| I francesi 
            Douze Alfonso, nome piuttosto enigmatico, tornano con un nuovo album, 
            il terzo, dopo l'ottimo Odyssees e sfornano un disco ancora più 
            bello e intenso del precedente.
 Io sono un grande amante della pittura e Claude Monet, il più 
            grande impressionista francese, è il mio pittore preferito 
            in assoluto, quindi questo tributo per me è già di per 
            sè eccezionale, ma non mi sono fatto condizionare, anche perché 
            mi sembra impossibile trasportare in musica le emozioni che provo 
            guardando i suoi quadri.
 
 Devo dire che, per la verità, ascoltando questo stupendo CD 
            non ho provato lo stesso intenso trasporto che provo quando posso 
            ammirare dal vero l'arte di Monet, ma le sedici composizioni, contenute 
            in questo primo capitolo di una promettente trilogia, sono incantevoli, 
            dense di poesia e di umori francesi che si mischiano con un prog rock 
            molto raffinato e carico di feeling, quasi jazz come in "Giverny", 
            ci sono degli assolati e caldi pomeriggi estivi, ma manca l'inquietudine 
            di certe scogliere, la liquidità delle ninfee.
 
 I francesi sono cervellotici di natura e sembra sempre che debbano 
            complicare tutto, anche le cose più semplici e in questo caso 
            cercano di riempire di contenuti cose che di per sé ne hanno 
            già più che a sufficienza e così nasce un brano 
            come "Un Jardin Qui Ne Ressemble A Rien". In realtà 
            i Douze Alfonso hanno fatto una ricerca meticolosa, quasi chirurgica 
            sugli scritti di Monet, trascurando forse un po' l'immediatezza della 
            sua pittura. Ma tutto torna al suo posto in piece come "Les Beaux 
            Jours De Giverny" per pianoforte e voce.
 
 Per carità non voglio essere eccessivamente critico e pignolo, 
            sto solo cercando delle connessioni che è inutile cercare: 
            Claude Monet resta Claude Monet e i Douze Alfonso continuano a fare 
            della musica stupenda, densa di cultura e di folclore. Musica colta 
            senza essere noiosa o didattica, una musica che educa nel senso più 
            vero del termine e che fa di questo disco un vero capolavoro tutto 
            da godere e che di sicuro sarebbe piaciuto anche a Claude. GB
 
 Altre recensioni: Odissees
 
 |