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            Xang sono una formazione francese nata nel ’96, il primo album 
            Destiny of a Dream è stato pubblicato nel ’99, l’accoglienza 
            della critica è stata piuttosto positiva e grazie a questo 
            disco il gruppo è riuscito ad esibirsi in vari festival dedicati 
            al prog in giro per il mondo. Nonostante la buona partenza abbiamo 
            dovuto aspettare fino al 2006 per ascoltare questo secondo lavoro, 
            principalmente a causa di impegni personali di alcuni membri del gruppo.
 Il nuovo disco è un concept sulla prima guerra mondiale e in 
            particolare cerca di approfondire gli aspetti più crudi e drammatici 
            della vita dei soldati in trincea. L’artwork del booklet è 
            molto esplicito e mostra immagini di alcuni cimiteri di guerra con 
            quelle simmetrie di croci che scavano nell’anima, inoltre ci 
            sono testi e immagini molto toccanti. Non è il primo disco 
            che si occupa della WW1, se non ricordo male c’è quello 
            acustico degli Hydra e sul versante gothic troviamo lo splendido album 
            dei Collection D’Arnell Andrea “Villier-Aux-Vent”, 
            altre due formazioni francesi molto interessanti, evidentemente i 
            francesi hanno molto a cuore questo tema, del resto la Francia è 
            stata fra le nazioni che hanno pagato il tributo maggiore in vite 
            umane. Questi temi non potevano non gettare un’ombra malinconica 
            e terribile sulla musica dei nostri, che spesso è cupa e ossessiva, 
            non fraintendetemi, non è proprio “dark”, ma le 
            sonorità sono inclini alla tristezza, i suoni sono duri e severi, 
            anche nei momenti più rilassati con chitarre acustiche e morbidi 
            tappeti di tastiere, c’è un senso incombente di dramma. 
            Gli Xang sono molto efficaci e danno vita ad un prog molto originale 
            e intrigante. Le fonti di ispirazione del gruppo risiedono nei classici 
            del genere e non è difficile trovare degli agganci, ma per 
            lo più il gruppo riesce a dare una chiave di lettura davvero 
            molto personale del genere.
 
 L’album è diviso in otto brani molto diversi tra loro 
            e per lo più strumentali, che trasportano l’ascoltatore 
            in un panorama desolato, dove i rumori della guerra fanno da cornice 
            ad un prog elaborato e colto, che si divide tra tensioni settantiane 
            e partiture metal, con cenni di jazz rock e world music che fanno 
            capolino ogni tanto, ma soprattutto gli Xang sono un’ottima 
            formazione che merita di essere scoperta e amata. GB
 
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