Se
questo disco fosse uscito nei primi anni settanta sarebbe diventato
un mega classico, invece, è stato pubblicato nel 1980, un epoca
buia per il rock progressivo di questo tipo, tanto è vero che
il secondo album di questa pregevole band francese resterà
dimenticato per vent'anni su qualche polveroso scaffale, ma a questa
infamia ha rimediato la Musea che ne ha già annunciato la prossima
pubblicazione e io sto già aspettando.
Musica solare di grande eleganza formale, che miscela con profonda
intelligenza e indiscutibile gusto la tradizione medioevale e classica
e una raffinata musica rock settantiana sulle orme di gruppi come
i Gryphon (una delle più grandi band di rock medioevale), i
primi Horslips (più orientati verso il folk) e i conterranei
Malicorne.
La strumentazione del gruppo comprende sia strumenti tradizionali
come il dulcimer e la lira, che strumenti propriamente rock come la
chitarra elettrica e la batteria, ma la fusione praticamente perfetta
di queste due componenti antiche e moderne produce un suono molto
omogeneo e naturale. Dieci brani molto vari che alternano momenti
di grande lirismo ad altri di pura estasi musicale. I brani "Rockopus
1" e "Rockopus 7" sono grandissimo prog, privo di certi
barocchismi e certa enfasi che ha colto tristemente bands più
famose e, aggiungerei, presuntuose, mentre i Wurtemberg mantengono
sempre una luminosa e incantevole semplicità naif che li rende
unici. Un grande solo di chitarra che ricorda certe fughe di Blackmore
si può ascoltare nella lirica "Concerto Pour un Minot".
Un disco affascinante e intenso. GB
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