Rock Impressions

Darryl Way - Myths. Legends and Tales DARRYL WAY - Myths, Legends and Tales
Right Honourable Records / Cherry Red Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog
Support: CD - 2016


Il nome di Darryl Way potrebbe non esservi familiare, ma è un talentuoso violinista che ha suonato con i Curved Air e ha prestato i suoi servigi ai Jethro Tull per l’album Heavy Horses. Meno conosciuta la sua carriera solista, prima con i Darryl Way’s Wolf e poi col proprio nome con cui ha continuato fino ai giorni nostri. Il violino è uno strumento ha faticato ad entrare nel rock, mentre è abbastanza diffuso nel folk e nel country, nel rock abbiamo i primi esperimenti coi Beatles di Eleanor Rigby, i King Crimson e soprattutto grazie al grande Simon House (High Tide, Hawkwind, Bowie e molti altri), recentemente mi piace ricordare in particolare Akihisa Tsuboy coi KBB e molti altri progetti. Ma è difficile tracciare un elenco lungo, anche se oggi ci sono vari tentativi in questo senso, dagli Apocalyptica in poi gli archi sono entrati di prepotenza nel rock e con effetti talvolta sorprendenti.

Questo disco è stato realizzato interamente da Darryl, ma non ci sono note tecniche esaustive, pertanto andiamo ad analizzare la musica. L’album è composto da dieci brani di media lunghezza. Il primo è “Apollo (Racing Against the Sun)”, i suoni sono abbastanza moderni, un mix di rock e di elettronica con un cantato misurato e passaggi strumentali di grande piacevolezza. Siamo in territorio prog, anche se troviamo molti elementi mescolati tra loro, con una concezione neo classica sinfonica di fondo. L’inizio anthemico nella seconda parte lascia posto ad una partitura più pacata e poetica. “Orpheus ant the Underworld” ha un inizio decisamente dark, i suoni si fanno cupi, carichi di tensione, ma presto diventano poetici per poi riaffondare nella tensione, c’è molto dentro questo titolo e solo ripetuti ascolti ne svelano tutti i risvolti. Grandi passaggi di violino. Molto bella la linea melodica di “Whatever Happened”, nonostante sia un brano sostanzialmente prog, contiene una vena melodica che ne potrebbero fare una potenziale hit. La parte strumentale è da brividi. Divertente “Dove of Peace”, tra rock ‘n’ roll e tensioni moderne. “Strange Goings On” è una ballata atipica, che tiene alto il livello del disco. “Aphrodite” è una strumentale molto bella, anche se colpisce meno, per il suo carattere intimista e poetico, molto neoclassico, quasi da notturno. Ci sono ancora quattro brani per finire il disco, ma le coordinate stilistiche non variano, anche se ogni traccia ha una sua identità e Way dimostra tutta la sua sensibilità artistica.

I fans dei Curved Air non si lasceranno scappare questa vera gemma, ma spero che qualcun altro si senta attratto da un disco di bella musica come questo, dove i sentimenti non vengono urlati, ma mescolati a poesia e bravura. Se volete è un disco da intenditori, ma questa musica fa bene a tutti. GB

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