Rock Impressions

Violet Tears - Outside Your Door VIOLET TEARS - Outside Your Door
Ark Records
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Gothic
Support: CD - 2013


Sono passati diversi anni da quando ho ascoltato il secondo lavoro dei baresi Violet Tears, un disco che mi aveva colpito per l’intensità di questi musicisti, molto bravi nel riportare in vita la migliore dark wave ottantiana con un approccio melodico e con uno stile sufficientemente personale. Del resto tutti i lavori realizzati dalla Ark Records che ho potuto ascoltare sono sempre stati selezionati con cura dalla label e li ho sempre trovati molto belli, inoltre sempre ottimamente curati come art work. Questo terzo episodio esce quindi dopo un lungo lasso di tempo, che è servito a maturare il sound della band, che oggi appare ancora più personale e ricercato, non più strettamente ottantiano e se volete più vicino alla cold wave che non al dark.

Il primo brano “Goodbye” inizia con un bell’incedere a spirale, si sente subito che il gruppo è cresciuto, un crescendo ci porta al cantato neo classico di Carmen De Rosas, mentre la band continua inesorabilmente a vorticare. La title track è molto più dark, meno immediata, ma molto più evocativa, è proprio l’esempio di cosa riesce a fare questa band e mi piace di più dell’apertura. In “Memorie di Cristallo” canta Claudio Contessa (che suona anche chitarre e basso), lo stile è molto vicino allo spoken, mentre le musiche sono terribilmente malinconiche, bello il finale chitarristico. “Ever Dead New Waters” ha movenze sinuose e il cantato di Carmen la rende ancora più conturbante e sensuale, una ballata dark disperatamente romantica. “Babble” pur restando su buoni livelli non aggiunge molto a quanto già espresso. Meglio l’ipnotica “Angeli in Fiamme”, dove torna lo spoken di Claudio, ma soprattutto ci sono delle belle melodie. Comunque da questo punto in poi il disco si stabilizza restando sempre su livelli molto buoni fino al bellissimo finale rappresentato da “…Somewhere Under the Sea”, splendidamente delicato ed emozionale.

La scarsità della produzione potrebbe relegare i Violet Tears in un circuito di artisti da culto, ma sono convinto che con un pizzico di fiducia in più potrebbero regalarci delle belle sorprese. GB

Altre recensioni: Breeze of Solitude

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