Rock Impressions

2 DAYS PROG + 1 2019 - Veruno (NO), 01-02-03/09/2019
1-9 Caravan - Balletto di Bronzo - Flor de Loto - UTO
2-9 Excalibur - Lazuli - Verbal Delirium - Arcadelt
3-9 Iron Butterfly - Arena - Acqua Fragile - Il Bacio della Medusa
di Giancarlo Bolther
2 Days Prog with Mrs Wetton with Octavia Brown on the stage

Partecipare al festival di Veruno ¬per molti di noi è diventato uno degli appuntamenti più attesi dell’anno. In questo piccolo ma operoso borgo piemontese si è svolta l’undicesima edizione del 2Days Prog + 1, evento oltre il quale l’associazione responsabile offre diverse rassegne musicali, che comprendono anche il jazz e la classica. Questo meraviglioso festival è unico nel nostro paese per diversi motivi, ma soprattutto per l’atmosfera che si respira. Senza voler togliere nulla a tutte le iniziative simili, credo che concentrare in tre giorni tanti gruppi internazionali ed avere un crescendo di partecipazione di pubblico continuo non siano risultati scontati, per di più fra i presenti ho incontrato non solo persone di tutt’Italia, ma anche molti stranieri: francesi, svizzeri, tedeschi, polacchi, greci, inglesi e giapponesi, questi almeno quelli che ho identificato personalmente, per cui si può davvero parlare di un festival internazionale. Poi la sensazione forte di fratellanza, amicizia e libertà che si respira è qualcosa di avvolgente, che colpisce tutti, basta leggere i post sui social pubblicati da chi era presente per capire che quello che dico è un sentimento condiviso, che tutti hanno avvertito. Inoltre non capita in molti festival che i musicisti si aggirino liberamente tra il pubblico e a Veruno poterli incontrare è davvero facile.

Un plauso quindi meritato va all’organizzazione molto professionale che ha gestito il tutto. Ho sentito un amico musicista ringraziare lo staff per l’assistenza tecnica ricevuta, uno che di festival ne ha fatti parecchi e dove suonavano grossi nomi. Ovviamente il pubblico era mediamente non giovane, del resto band come Caravan e Iron Butterfly hanno attirato soprattutto appassionati con un po’ di anni sulle spalle, però c’erano più generazioni riunite, e la cosa bella è appunto la libertà che ho visto, libertà nel vestirsi, nel ballare, nel tessere relazioni e amicizie.

Come molti di voi sapranno questa edizione è stata colpita da due defezioni arrivate pochi giorni prima dell’inizio del festival. La prima e più clamorosa è stata quella dei King’s X che hanno cancellato il tour europeo per gravi motivi. Al loro posto è stato chiamato Alan Simon col suo progetto Excalibur dal cast internazionale. Poi ha dato forfait anche Bjorn Riis (leader degli Airbag) per motivi simili, sostituito in extremis dai Lazuli, l’unica band che torna a Veruno per una “seconda” performance, caso che dovrebbe restare unico in quanto una delle regole del festival è proprio che nessuna band si esibisca in due diverse edizioni. Anche se a mio parere questa regola è un po’ troppo vincolante perché di anno in anno una band può produrre molta nuova musica e quindi meritare di avere una seconda possibilità, ma questo è un parere strettamente personale.

L’onere di aprire il festival venerdì è toccato agli Universal Totem Orchestra (UTO), una band fenomenale, che ha scritto musica notevole, passando negli anni da un prog oscuro ed esoterico ad un jazz rock vicino alle sperimentazioni dei Magma. Purtroppo un doppio incidente alla barriera di Milano mi ha fatto ritardare l’arrivo e ho potuto sentire solo gli ultimi tre brani proposti dalla band, che ha dimostrato una bravura non comune. Personalmente prediligo il repertorio più dark e rock a quello jazz, non tanto per il genere, ma perché credo che il jazz non sia molto adatto a creare le atmosfere gotiche e tenebrose che sono (a mio parere) il lato più affascinante di questa formazione.
Universal Totem Orchestra in Veruno 2019
Universal Totem Orchestra in Veruno 2019
Universal Totem Orchestra in Veruno 2019

I Flor de Loto vengono dal Perù e il loro show si è caratterizzato subito per essere vivace e solare, con musiche che riflettono sempre il carattere andino, non a caso aprono con “El Condor Pasa”, portato al successo dalla sublime Yma Sumac. Subito dopo omaggiano i Jethro Tull con “Locomotive Breath”, resa coinvolgente anche grazie alla presenza di un flautista poliedrico e suggestivo come Sergio Cuadros. Dimostrano inoltre uno spiccato lato metal che ricorda gli Iron Maiden, evidenziati in particolare nel brano finale. Mi piace ricordare che i Maiden a loro volta avevano omaggiato i JT con una bella cover di “Cross Eyed Mary”. Un repertorio non legato al prog più classico ma molto coinvolgente, che ha fatto ballare il pubblico per tutta la durata dell’esibizione.

Flor the Loto in Veruno 2019
Flor the Loto in Veruno 2019
Flor the Loto in Veruno 2019
Flor the Loto in Veruno 2019
Flor the Loto in Veruno 2019

Quindi è arrivato il momento di Gianni Leone, che da alcuni anni è tornato a proporre il repertorio del suo primo gruppo, gli indimenticabili Balletto di Bronzo. Leone ha messo insieme una nuova band composta dal bassista Ivano Salvatori e dal batterista Riccardo Spilli. Avevo già visto un paio di volte Leone da solo sul palco ma vederlo con questa formazione mi ha veramente impressionato. Gianni era galvanizzato dalla nuova situazione ed ha sprigionato una grinta fenomenale, regalando ai presenti una performance che difficilmente dimenticheranno. Rock psichedelico e dark d’altri tempi, con un tastierismo superlativo, senza dimenticare che Ivano e Riccardo si sono dimostrati determinanti per la riuscita del concerto. Sicuramente una esibizione memorabile.
Balletto di Bronzo in Veruno 2019
Balletto di Bronzo in Veruno 2019
Balletto di Bronzo in Veruno 2019
Balletto di Bronzo in Veruno 2019
Balletto di Bronzo in Veruno 2019
Balletto di Bronzo in Veruno 2019
Balletto di Bronzo in Veruno 2019
Balletto di Bronzo in Veruno 2019

Chiusura in grande stile coi Caravan, che sicuramente sono lontani dalla poesia canterburiana degli esordi. Oggi infatti hanno un sound più vicino a Lindisfarne e Fairport Convention, ovvero più folk rock che prog, comunque hanno suonato con una classe cristallina, da grandi del rock. Un concerto stilisticamente perfetto e ineccepibile, che ho sentito criticare per la scelta legata più alla musica tradizionale che non al lato sperimentale e psichedelico per cui li abbiamo amati, ma ce ne fossero di gruppi che offrono oggi uno spettacolo come il loro. Dei veri signori della musica.
Caravan in Veruno 2019
Caravan in Veruno 2019
Caravan in Veruno 2019
Caravan in Veruno 2019
Caravan in Veruno 2019
Caravan in Veruno 2019
Caravan in Veruno 2019

La serata di sabato si è aperta con i nostrani Alcadelt, un gruppo autore di un prog di buona fattura, però anche abbastanza prevedibile, che paga un tributo al neo prog anni ottanta. Hanno oltre vent’anni di storia alle spalle e si sente che sanno il fatto loro, sono tecnicamente preparati e capaci di offrire uno spettacolo che fila liscio con brani che funzionano dal vivo come su disco. Manca però quel qualcosa che serve per lasciare un segno.
Arcadelt in Veruno 2019
Arcadelt in Veruno 2019
Arcadelt in Veruno 2019

Un discorso simile vale per i greci Verbal Delirium, anche loro con una lunga storia alle spalle, rimasta però confinata fra i cultori più esperti del genere. La loro musica è più moderna e non disdegna parti più metalliche e post moderne, con alcuni passaggi veramente poetici. Anche in questo caso non mi sono sentito particolarmente coinvolto, anche se ho gradito la performance.
Verbal Delirium in Veruno 2019
Verbal Delirium in Veruno 2019
Verbal Delirium in Veruno 2019

Ero molto curioso di sentire i Lazuli, un po’ perché dopo averli visti aggirarsi tra il pubblico avevo l’impressione che fossero musicisti fuori dagli schemi e un po’ perché avevo capito che molti erano entusiasti di poterli rivedere. Fin dal primo brano sono stato catturato dalla forza espressiva e fortemente fisica della loro musica. Un tribalismo che mi ha ricordato il coinvolgimento che dà certo folk. Il sound è moderno e potente, soprattutto molto trascinante. Una band che sul palco ha dato davvero molto e il pubblico ha risposto con un affetto veramente partecipato. Raramente mi capita di ascoltare un gruppo di cui mi piacciono tutti i brani anche se non ne conosco nessuno e dai commenti che ho sentito questa impressione l’hanno avuta tutti.
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019
Lazuli in Veruno 2019

Alan Simon è giunto al quinto capitolo della sua saga dedicata alla famosa spada di Re Artù, tra folk, metal e prog, con la giusta dose di epicità e con un cast difficile da ricordare per intero. Tanti i musicisti presenti, dal nostro grande Roberto Tiranti a Michael Sadler dei Saga, che ha sostituito il compianto Wetton. Toccante infatti il momento in cui proprio la moglie di John è venuta a presentare il concerto per ricordare il marito e quanto avesse desiderato prender parte al progetto. Uno spettacolo dinamico con molti cambi di formazione e diversi ospiti, fra i quali mi piace ricordare Chardeau, un musicista francese che nonostante gli anni dimostra ancora una grande voglia di divertirsi e fare musica. Poi come non ricordare Richard Palmer (King Crimson), che ha regalato più di qualche brivido. Sul palco poi sono salite anche la veterana Jacqui Mac Shee (Pentagle) e la conturbante Kohann (Skilda), che credo sia ancora poco nota dalle nostre parti. E pensare che pochi di loro hanno avuto modo di provare, visti i tempi strettissimi. Il gruppo che ha suonato era composto da artisti italiani e non posso non ricordare l’amico Alessandro Bissa, un mio compaesano batterista che non mi aspettavo di vedere su quel palco, ma si sa la vita è piena di sorprese. Sadler in un paio di brani mi ha veramente emozionato con la sua voce particolare, ma tutto il concerto è stato bello.
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019
Excalibur Alan Simon in Veruno 2019

I primi ad aprire le danze domenica sono stati Il Bacio della Medusa, una formazione rodata, che tiene alta la tradizione del prog italiano con una buona componente teatrale. Nel bilancio della band giocano un ruolo fondamentale la presenza di Eva Morelli ai fiati, che arricchisce di molto il sound, e la teatralità del cantante Simone Cecchini. Anche loro sono una band molto preparata, con un repertorio importante, e hanno trovato una calda accoglienza.
Bacio della Medusa in Veruno 2019
Bacio della Medusa in Veruno 2019
Bacio della Medusa in Veruno 2019
Bacio della Medusa in Veruno 2019

A seguire una formazione storica, gli Acqua Fragile di Bernardo Lanzetti. Considerati a torto un nome minore del prog italiano, hanno scritto dei brani molto belli, che anche a distanza di tempo funzionano a meraviglia, inoltre Bernardo è uno dei vocalist più più interessanti del nostro panorama e la sua voce è una garanzia. Tra passato e voglia di futuro, la formazione ha dimostrato di essere viva e vitale, ha proposto una set list di tutto rispetto a dimostrazione di come non siano secondi a nessuno. Poi Lanzetti è tra i pochi cantanti italiani che cantano bene in inglese, con una buona pronuncia. L’impressione che ho avuto è che la band non suonasse mai musica datata. La tensione durante la loro esibizione non è mai venuta meno.
Acqua Fragile in Veruno 2019
Acqua Fragile in Veruno 2019
Acqua Fragile in Veruno 2019
Acqua Fragile in Veruno 2019
Acqua Fragile in Veruno 2019
Acqua Fragile in Veruno 2019
Acqua Fragile in Veruno 2019



Gli Arena sono dei veterani, tanti anni sulle spalle, tanti dischi all’attivo e tanti concerti. Tutti questi elementi hanno avuto il loro peso. Personalmente ritengo che la band, nonostante abbia composto musica veramente notevole, un prog metal post moderno personale e innovativo, non abbia però mai scritto quella manciata di brani che lasciano il segno nel cuore del pubblico. Il compassato tastierista Clive Nolan, il talentuoso chitarrista John Mitchell e il potente cantante Paul Manzi tengono alta la qualità della performance con un pubblico letteralmente asservito alle loro scorribande sonore. Esibizione ineccepibile, ricca di grandi momenti musicali che forse avrebbero meritato una maggiore teatralità, in quanto è forte la componente drammatica, mentre dal lato della musica non si può rimproverare nulla a questi artisti, che hanno ancora voglia di mettersi in gioco.

Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019
Arena in Veruno 2019


La chiusura col botto era nelle mani dei veterani Iron Butterfly, anche se della band originale purtroppo non è rimasto nessuno. Non ho potuto assistere alla loro esibizione e mi è dispiaciuto tantissimo perché amo questa band, con grande rammarico sono dovuto rientrare prima che il cuore prendesse il sopravvento, sapevo che se fosse iniziata la loro performance non sarei più riuscito a venir via, così non posso raccontarvi di loro.

Veruno ancora una volta ha incantato e già fremono i preparativi per il prossimo anno. Stay tuned!

Crowd in Veruno

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