Il nostro paese è sempre stato ricco di artisti eccezionali, 
            nel senso di “fuori dagli schemi”, che molto spesso si 
            sono dimostrati essere non solo al pari di tanti colleghi stranieri, 
            ma spesso li hanno anche superati in inventiva, complessità 
            e fantasia, anche se quasi sempre non avevano alle spalle gli stessi 
            mezzi economici. In questo senso il secondo album dei trentini UTO 
            non ci sorprende, ma non vorrei essere frainteso, The Magus è 
            un disco sorprendente, un capolavoro di dark prog, che viene prodotto 
            ancora una volta dalla Black Widow che negli anni è diventata 
            un vero punto di rifermento per questo genere, grazie ad un costante 
            lavoro, che continua a dare ottimi frutti e migliora ogni volta. Bellissimo 
            anche l’artwork di Danilo Capua, 
            perfetto per le uscite di questa label e che si dimostra sempre più 
            ispirato. 
             
            Il primo ascolto del disco mi aveva lasciato perplesso, certe dissonanze 
            dei cori usate per “De Astrologica” non mi andavano giù, 
            ma si tratta di una suite di quasi venti minuti che contiene delle 
            partiture musicali molto complesse, veramente notevoli e riascoltando 
            più volte il cd mi sono decisamente ricreduto. Come detto siamo 
            in campo dark prog, ma troviamo anche del jazz rock sperimentale e 
            della sinfonica, dell’hard rock, in altre parole viene chiamato 
            in causa lo Zeuhl dei Magma. Condensare in poche righe quanto si ascolta 
            in questo brano è davvero difficile, fra stacchi ritmici, cambi 
            d’atmosfera, virtusismi, fraseggi incalzanti, è tutto 
            un susseguirsi di movimenti emozionanti. Ma tutti e sei i brani proposti 
            nel disco sono mediamente lunghi e tutti molto articolati, per cui 
            è preferibile fare un discorso d’insieme, piuttosto che 
            un’analisi di ogni singola traccia. Quello che appare evidente 
            è il grande lavoro compositivo sottostante, ogni traccia è 
            stata realizzata con una cura quasi maniacale, il cantato è 
            diviso fra la voce impostata di Ana Torres Fraile e Francesco Festi, 
            questo secondo non mi ha convinto molto. I testi sono volutamente 
            oscuri, esoterici e contribuiscono non poco a creare un’atmosfera 
            inquietante. 
             
            In definitiva ci troviamo tra le mani un grande lavoro, che conferma 
            l’assoluta importanza della scena dark italiana, che vanta nomi 
            di assoluta grandezza come Paolo Catena, Devil Doll, Sophya Baccini, 
            Il Segno del Comando, Antonius Rex, Malombra, tanto per ricordare 
            i primi che mi vengono in mente, una scena che non ha eguali nel resto 
            del mondo e la Black Widow ha il grande merito di essere riuscita 
            a dare voce a molti di questi artisti e noi ne godiamo i frutti. GB 
             
            Altre recensioni: Mathematical Mother 
             
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