Piero Ranalli è un polistrumentista piuttosto attivo, già
con Areknames e Insider ci consegna il suo sesto album solista a nome
Unimother 27. In questo disco suona chitarra, basso e sintetizzatore.
Al posto della batteria troviamo le percussioni, decisione che mi
ha ricordato un oscuro album psichedelico di fine anni ’60 a
nome Sam Gopal (in cui militò un giovanissimo Lemmy), una scelta
che dimostra un certo coraggio.
Ranalli in Acidoxodica gioca coi palindromi, sia il titolo dell’album
che quello di ogni singolo brano si possono leggere da entrambe le
parti. Il tema di fondo è la psichedelia, un tessuto acido
e visionario fa da tappeto alle sette tracce proposte, un sound heavy
molto hendrixiano, ma che può ricordare anche i Pink Floyd
e certo kraut rock, non ultimo il nostro Paul Chain del periodo “Improvisor”.
Musica strumentale ipnotica, con la chitarra in primo piano, mentre
sintetizzatore, basso e percussioni creano uno scenario di fondo abbastanza
suggestivo. Piero con la chitarra ci sa fare e lo dimostra con queste
sue scorribande lisergiche, cariche di gusto, che sanno mettere la
tecnica al servizio di una ricerca sonora non facile.
La pecca del disco è di presentare alcune parti un po’
prolisse e autoreferenziali, però si tratta di una costante
nel genere esplorato dal nostro. In realtà se vi piace la musica
che si esprime in totale libertà questo disco potrebbe regalarvi
delle belle emozioni. GB
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