Non ci sono molte informazioni su questa one man band giapponese al
debutto, dedita ad uno space rock di derivazione tedesca. Il musicista
risponde al nome di Tatsuhiro Honmura e suona un po’ di tutto,
dalla chitarra (con uno stile molto hendrixiano), alla batteria, passando
anche per alcune diavolerie elettrioniche.
L’album si compone di quattro traccie mediamente lunghe, quattro
composizioni visionarie e vagamente suggestive per un totale di oltre
quarantadue minuti. La scuola tedesca è molto evidente, anche
se il nostro ama proporre anche delle divagazioni chitarristiche molto
acide. I loops si alternano a svisate cosmiche con una cadenza molto
ossessiva e allucinata. Un lungo viaggio nello spazio interstellare
dove non succede niente per giorni, settimane, mesi… così
anche nella musica di Honmura non succede molto e si creano delle
situazioni surreali che non mancano di efficacia, anche se non è
musica che si fa ascoltare con grande trasporto emotivo.
Gli appassionati di questo genere di musica, che sembra stia un po’
tornando in auge, hanno in questo disco una buona alternativa ai vecchi
classici, ma personalmente sono più propenso ad ascoltarmi
un buon vecchio disco di Schulze o dei Tangerine Dream, lasciando
ad altri l’esplorazione di nuovi e inviolati spazi stellati.
Gli U-Ni sono una nuova realtà dal Giappone e nel futuro potrebbero
anche sorprenderci con composizioni più mature e di spessore,
ma per adesso devono crescere ancora un po’. GB
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