Nati nel 2009 gli Underdose hanno bruciato le tappe e dopo poco tempo 
            hanno cominciato a farsi notare in vari contest. Vincono il Rock Targato 
            Italia del 2011, arrivano in finale al Tour Music Fest e al Virgin 
            Radio Battle of the Bands. Sempre nel 2011 pubblicano il primo Ep 
            A Mara Dolce. Nel 2013 segue il singolo “Neve su Marte” 
            che anticipa l’uscita di questo primo album. Il gruppo è 
            un quintetto con Sergio Guida alla voce, un cantante dotato di una 
            voce melodica molto penetrante. Andrea Cribioli si occupa delle chitarre, 
            Paolo Bottini delle tastiere, mentre Tony Patruno e Stefano Colombo 
            costituiscono la sezione ritmica. Lo stile è un alternative 
            metal di forte impatto, cantato in italiano. 
             
            Apre il disco “La Sintesi Perfetta”, che è anche 
            il brano scelto per il video. Un coro contagioso non mi dispone bene, 
            sembra un rock italiano vagamente ruffiano, però come entra 
            la sezione più dura la scossa è forte, energia e melodia 
            si fondono in una “sintesi perfetta”. Un’ottima 
            fusione di melodia all’italiana con un rock viscerale moderno 
            e coinvolgente. “Solamente Paura” è una ballad 
            molto elettrica, ancora una volta potenza e melodia si incontrano, 
            colpisce la forza del sound di questi musicisti, che danno una bella 
            botta. In “Buon Compleanno” un testo grintoso sulla difficoltà 
            di relazione si innesta su un tessuto incalzante e trascinante, difficile 
            restare fermi. Interessante “Neve su Marte”, il testo 
            è poetico e fa un bel contrasto con le musiche. “Ospiti” 
            ha un piglio metal che piacerà molto a tutti gli appassionati 
            di questo genere. Con “Le Meraviglie di Alice” la band 
            continua a intrecciare testi non banali con musiche forti, i risultati 
            non sono niente male, anche se l’esigenza di addomesticare l’italiano 
            al rock credo abbia richiesto un notevole lavoro, che ha dato buoni 
            frutti. “Melissa”, “Niente Come Prima”, “Camera 
            206”, “Artificiale” e la conclusiva “Ombre” 
            sono tasselli dello stesso puzzle, non ci sono cali nel disco, ma 
            le cartucce migliori erano tutte nella prima parte. 
             
            Gli Underdose propongono un bel mix. Piace il loro cantato in italiano, 
            piace la loro grinta, piace l’entusiasmo che trasmettono, speriamo 
            che coi prossimi lavori riescano a mettere sempre più a frutto 
            tutte queste buone impressioni. GB 
             
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