Rock Impressions

Ulver - Wars of the Roses ULVER - Wars of the Roses
KScope
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Dark Ambient Metal
Support: CD - 2011

Chiarisco subito che io sono un annoso amante di band quali Anathema, Katatonia, Opeth, Porcupine Tree, Blackfield, per cui il genere lo apprezzo in maniera forse anche poco obbiettiva. Non vi nascondo neppure che non sono mai stato un grande sostenitore di questo trio che a mio modo di vedere ha avuto una discografia discontinua, a differenza delle band sopraccitate. Ho apprezzato molto l’evoluzione stilistica dei norvegesi, questo si, il loro coraggio e lo stile con cui lo hanno fatto, tuttavia alcuni dischi di transizione ci sono stati.

Come gli Anathema, gli Ulver diventano sempre più minimali ed intimistici, tanto da farmi chiedere perché ancora si portano dietro l’epiteto di band Metal (una volta addirittura Black Metal). Kristoffer Rygg ama sempre spiazzare il proprio ascoltatore e secondo me con questo “War Of The Roses” ci riesce nuovamente, ancora un passo evolutivo rispetto “Shadow Of The Sun”.

Le sonorità oscure ed antiche che abbiamo ascoltato nel 2007 lasciano spazio a del personale Post Rock moderno ed alla Psichedelia che gioca un ruolo importante. Ho notato anche un fatto interessante, la produzione del disco è di John Fryer, gia con Depeche Mode e Cocteau Twins, questo qualcosa vorrà pur dire! Tanta malinconia fra le note, ma anche del Pop Rock, come nell’iniziale “Febraury MMX”. “War Of The Roses” riesce a far scaturire molteplici stati d’animo, persino a commuoverci come nella conclusiva “Stone Angels”.
Gli Ulver non sono mai stati banali, in quanto profondi e questo sguardo verso la Psichedelia lascia gia intendere il futuro percorso evolutivo della band. Ma vuoi vedere che i “lupi” ci fregheranno un'altra volta? Ben venga, certo è che questa musica è da ascoltare seduti e comodi, in quanto la mente viene offuscata e rapita, per cui c’è il rischio di cadere.

Rispetto altri, questo lo ritengo un disco transitivo, ma forse mi sbaglio perché gli Ulver, da veri artisti, suonano solo quello che amano e sentono al momento, fregandosene di tutto e di tutti. Chi non ce lo dice che prima o poi tornino al Black Metal iniziale? Consigliato a chi ama lasciarsi strappare l’anima! MS


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