| Disco ambiguo, che in certi momenti raggiunge dei buoni livelli di 
            lirismo, ma che in altri momenti cade pesantemente in un anonimato 
            inatteso.
 
 Se questo quintetto nordico non avesse sparato le cartucce migliori 
            nei primi brani, forse il giudizio complessivo sarebbe stato migliore. 
            Comunque non voglio stroncare un gruppo che, per sonorità, 
            cerca di distinguersi dalla massa delle bands che oggi vanno di moda, 
            e questo è già un grosso pregio. Forse, con un songwriting 
            più accurato e ancor più coraggioso, saranno in grado 
            di fare il grande salto.
 
 La loro musica è carica di suggestioni e brani come la sognante 
            "Days Long Gone" o la trascinante "It Never Ends" 
            sono davvero belli, oppure ascoltate la dolcezza senza tempo di "How 
            Can You Dream", anche se il cantato ricorda molto i Pendragon.
 
 Un giudizio sospeso, che forse subisce la contemporanea presenza sul 
            mercato di tanti dischi stupendi. GB
 |