Rock Impressions
 

TRJ Records - Primo Exib Day


TRJ Records – Primo Exib Day & Concert – 25/09/08 Teatro Comunale di Castiglione delle Stiviere (MN)

La Conferenza Stampa
La scorsa sera sono andato alla presentazione della TRJ Records, etichetta specializzata in Smooth Jazz con sede in Asola in provincia di Mantova, che ha festeggiato il suo primo anno di vita con una conferenza stampa di presentazione e un concerto. Da quando scrivo di musica è la prima volta che mi è capitato di poter partecipare all’inaugurazione di una casa discografica ed ero un po’ emozionato. Con mia sorpresa la conferenza stampa è stata snobbata dalla quasi totalità della critica specializzata, questo ovviamente è stato un colpo duro per Roberto Tiranti, fondatore della nuova label, e per i suoi collaboratori, ma che non sembra aver scalfito la sua determinazione nel voler continuare a portare avanti con fede e coraggio il suo “utopistico” progetto.

La TRJ Records è nata grazie alla passione per la musica che ha sempre accompagnato la vita di Roberto, l’idea è scattata durante la visione di un concerto in un bar, è strano rilevare a questo punto come il jazz sia un’ottima musica di intrattenimento, ma che al tempo stesso sia anche musica molto complessa e ricercata. Parlando con gli artisti che si erano esibiti, Roberto ha colto la difficoltà di questi ultimi di poter incidere la propria musica nonostante un elevato talento. La consapevolezza che esistono tanti giovani talenti, che non hanno la possibilità di incidere e quindi di farsi conoscere ed emergere, ha maturato in Tiranti il desiderio di poter offrire in prima persona questa possibilità e quindi ecco nascere il progetto di fondare l’etichetta e imbarcarsi in una nuova avventura musicale.

Il primo problema affrontato è stato, paradossalmente, trovare un distributore. Ovviamente Tiranti, che da vent’anni gestisce con la compagna il negozio di dischi Sympaty Record’s in Asola, all’inizio si è rivolto ad alcuni distributori italiani, senza mai ricevere risposta, allora si è rivolto all’estero e finalmente ha trovato un partner nella “lontana” Australia (sembra una battuta, ma è proprio vero) e così l’avventura è potuta iniziare.

Dopo il primo disco de Le Trio Gitan, che ha dato il via alla produzione discografica, ne è arrivato subito un secondo e così via fino a raggiungere dieci produzioni in un anno, altre cinque sono in cantiere e siamo solo all’inizio. Gli artisti sono tutti di grande spessore, ma la scelta (voluta e ponderata) è stata quella di puntare principalmente su artisti giovani e non ancora affermati, ancora una volta una scelta coraggiosa, perché è facile puntare su nomi che hanno un peso commerciale e che quindi garantiscono entrate sicure, molto meno facile scommettere su artisti che devono ancora dimostrare tutto il loro potenziale commerciale, una scelta che idubbiamente va “controcorrente”.

Il secondo scoglio è stato quello della promozione, all’inizio Roberto ha provato a proporre i suoi dischi alle radio nazionali e ancora una volta non è andata bene, non ci sono state risposte significative. Il passo successivo è stato quindi quello di rivolgersi ancora all’estero e qui le cose sono molto migliorate e sono partite le collaborazioni con radio in Australia, Ungheria e USA, di conseguenza il mercato su cui si muove la TRJ Records è per forza maggiore quello straniero. Nonostante molti siano stati gli invitati all’inaugurazione e pochi i venuti, Tiranti si è riproposto di organizzare un Exib Day all’anno.

Il terzo punto nodale è quello dei concerti, su questo versante la label si avvale della collaborazione di Emanuela Barozzi, ma anche in questo campo è stato rilevato come in Italia ci sia poca (o nulla) considerazione degli artisti italiani emergenti. Emanuela senza mezzi termini accusa il sistema di essere in mano a lobby molto chiuse, che infatti non si sono presentate alla serata. Sempre nel suo intervento la Barozzi afferma che è la prima volta che viene data tanta visibilità ad artisti emergenti, anche se per il futuro, per l’organizzazione delle serate, potrebbero essere coinvolti anche qualche nome di richiamo.
L’artista su cui la label ha investito di più al momento è la cantante Maria Ventura, che ha già ottenuto importanti riconoscimenti, ma che non ha voluto di proposito uscire con una major per poter fare un disco in totale libertà espressiva. Ma ciascun artista in scuderia meriterebbe di essere presentato singolarmente, cosa che comunque è avvenuta poi in modo sicuramente più coinvolgente sul palco del teatro con un ottimo concerto, presentato da Loredana Taffelli, che ha condotto con molta simpatia l’intera serata.

Il Concerto
Ad aprire le danze sono stati i Le Trio Gitan che propongono un coinvolgente gypsy jazz (ricordate la colonna sonora di Chocolat?). Il primo brano presentato era molto frizzante, mentre il secondo era più d’atmosfera. Pregevole il lavoro del fisarmonicista Titti Castrini, ottimi gli interventi di chitarra di Luciano Poli, che però aveva dei suoni di chitarra che non mi convincevano molto, infine in sottofondo c’era il ritmo del contrabbasso di Mauro Sereno, uno dei musicisti più attivi della neonata label.
Poli ha poi presentato da solo il brano brioso “Non Lo So”, ricco di virtuosismi.
A seguire è salito sul palco il Lino Franceschetti Trio, con Lino al pianoforte, Sereno sempre al contrabbasso e Sergio Mazzei alla batteria. La musica si è spostata più verso lo straight jazz in un crescendo di intensità.

Poi è stata la volta del saxofonista Gianni Alberti, che ha avuto l’onore di suonare al matrimonio di Tom Cruise e che ha proposto un jazz molto classico, sostenuto da un buon ritmo.
Antonio “Anthony” Principe gli ha dato il cambio, uno degli artisti che ero più curioso di vedere all’opera. Il primo brano era molto smooth, mentre il secondo era più vivace, dimensione nella quale il nostro riesce a dare il meglio di se e devo dire che non sono rimasto deluso.
A questo punto Mauro Sereno è stato raggiunto sul palco dal chitarrista Gianni Bergamaschi per comporre il Fly Fingers Duo. Gianni ha uno stile molto dolce e classico di suono, forse un po’ troppo old school per i miei gusti.

Una delle esibizioni più attese dal pubblico era però quella della cantante e chitarrista Maria Ventura, un’artisca capace di miscelare con estrema eleganza le sue riminiscenze classiche al jazz vocale più sperimentale, che a tratti mi ha ricordato anche certe cose di Stratos, senza dimenticare che propone anche dei testi intriganti. E la Ventura non ha deluso le aspettative del pubblico.
Poi è stato il turno del giovanissimo saxofonista Andrea Pimazzoni, accompagnato dall’esuberante batterista Giovanni Principe. Il duo ha proposto il momento più sperimentale e tecnico della serata, con una serie di virtuosismi piuttosto complessi e adatti ad un pubblico esperto.
I Tartamella Django’s Clan hanno riportato l’atmosfera su terreni più morbidi e godibili, col loro jazz venato di blues e di sonorità latine, davvero molto piacevole.
La carellata si è conclusa con l’esibizione dei raffinati Take 4, che hanno proposto il loro jazz impreziosito dal contributo vocale della brava Betty Vittori.
Finita l’esibizione tutti gli artisti sono saliti sul palco per i saluti finali.

Il concerto è stato filmato in modo professionale e la TRJ ha annunciato che verrà realizzato un dvd per immortalare l'evento, con la promessa di tornare il prossimo anno con la seconda edizione dell’Exib Day. L'organizzazione dell'evento è stata veramente molto buona, nonostante l'avvicendarsi sul palco di oltre venti artisti, non ci sono stati tempi morti eccessivi. Alla fine la serata è stata ottima, peccato per chi non c'era... almeno si potrà rifare col dvd.

GB


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