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            Abbiamo già incontrato il progetto di Antonio Polidori a nome 
            Tony Tears, chitarrista genovese dedito ad un dark sound decisamente 
            criptico. Di lui non si hanno molte notizie, se non che ha militato 
            in alcune band come Zess e Abysmal Grief, di cui so molto poco. Il 
            suo nome viene associato a quelli di Paolo Catena (Paul Chain) e Mario 
            Di Donato (Requiem, The Black), perché entrambi sono nomi da 
            culto del dark di derivazione metal e hanno pubblicato buona parte 
            dei loro rispettivi lavori con la storica Minotauro di Marco Melzi. 
            Inoltre sia Catena che Polidori sono estimatori della musica elettronica, 
            in particolare quella legata alla kosmiske musik di Klaus Schulze 
            e Popol Vuh. Non è un caso quindi se la Minotauro ha voluto 
            ristampare in questo elegante cofanetto tutta la passata discografia 
            del genovese. Il titolo in questione è composto di tre cd, 
            un inserto con foto, disegni e note biografiche dello stesso musicista 
            e sei cartoncini che riproducono gli artwork della discografia di 
            Tony Tears. Oggi Antonio ha radunato una vera band e il nuovo disco 
            Follow The Singns of the Times è fresco di stampa.
 
 Dalle note scritte apprendiamo che inizialmente il progetto Tony Tears 
            non era nato per essere commercializzato, ma veniva diffuso solo direttamente 
            dall’artista ad una stretta cerchia di amici e seguaci selezionati, 
            con uscite molto limitate e quindi nel tempo sempre più rare. 
            Poi però si è creata una fama da culto attorno al progetto 
            ed ecco quindi la decisione di rendere disponibili le registrazioni 
            in un formato che le valorizzasse.
 Non è facile accostarsi alla musica di questo artista controverso, 
            non è certo per tutti. Il clima oscuro che si respira tra i 
            microsolchi di questi cd è totale. È importante capire 
            a cosa si va incontro, in questo caso molto più che in altri, 
            perché essere predisposti a sonorità dal sapore tanto 
            esoterico e misterico davvero non è comune. Una volta acquisito 
            il panorama in cui si muove il progetto Tony Tears non resta che calarsi 
            in un’oscurità profonda, abissale. Le composizioni sono 
            molto varie e di diversa durata. In un certo senso non abbiamo canzoni, 
            ma è come se fosse una colonna sonora per notti insonni, popolate 
            di fantasmi e di presenze non molto rassicuranti. Per farmi capire 
            potrei citare “Damned Souls of the War”, incedere marziale, 
            con suoni spettrali, mentre di sottofondo le tastiere e la chitarra 
            lacerano il buio con note acide. È solo un esempio, perché 
            davvero il nostro ha sperimentato in generi molto diversi. I titoli 
            sono circa una trentina, fra brani lunghi e composizioni brevi. Si 
            passa con disinvoltura dall’elettronica ad un metal psichedelico, 
            unico filo conduttore le atmosfere asfittiche e sepolcrali.
 
 Sono da sempre un amante del dark sound in generale, in tutte le sue 
            espressioni, però non nascondo che in diversi momenti ho fatto 
            fatica a concentrarmi sulla musica proposta da Tony Tears. Non è 
            facile entrare in sintonia con lui, ma se vi riesce credo di poter 
            dire che ha pochi rivali. GB
 
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