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            Dalla Germania giungono a noi i Toja, band dedita ad un genere in 
            bilico fra AOR, Hard Rock ed Heavy Metal. Da applaudire sicuramente 
            la volontà di questi quattro componenti di scindersi dalla 
            media, dimostrando una volontà artistica a tutto tondo. “Train 
            Of Life” è il terzo disco da studio. Ce n’è 
            davvero per tutti i gusti, apre proprio “Train Of Life” 
            e mette in evidenza la pecca principe di questo disco, che secondo 
            me risponde al nome di produzione sonora. Sembra un disco registrato 
            negli anni ’80 con scarsi mezzi e questo oggi come oggi non 
            è più comprensibile.
 Attenzione, il mio è un giudizio personale, magari ad altri 
            questo sound può piacere così com’è. Ma 
            veniamo al nocciolo, perché è la musica che conta. La 
            title track dunque presenta subito una band coesa con uno spiccato 
            gusto per la melodia. Buoni i fraseggi di chitarra, specie nei solo 
            strumentali, mentre la voce di Thomas Rinn è buona. “No 
            Cross” è più grezza, Heavy, cadenzata, tanto da 
            farmi venire alla mente i Saxon di fine anni ’80, quelli di 
            “Destiny”. Per giungere alla ballata di turno non bisogna 
            attendere molto, ci pensa “Just A Love-Song” e qui i tedesci 
            si mostrano nuovamente maestri della situazione. Sappiamo benissimo 
            come ad esempio i connazionali Scorpions gestiscono queste cose. “First 
            Love” è gospel all’inizio, geniale passaggio all’Hard 
            Rock che ci accoglie immediatamente, pur restando pacato ed in alcuni 
            momenti sussurrato. Il riff di chitarra che fa da ritornello ricorda 
            i Led Zeppelin. Ma i Toja in verità hanno anche una propria 
            personalità, seppure non troppo spiccata, se vogliamo si possono 
            trovare molti punti di riferimento, ma sono solo picchetti per far 
            capire a chi legge dove i tedeschi vanno a piantare la propria tenda. 
            Ad esempio, a volte sembrano i Gotthard, oppure i Masterplan, ma nell’insieme 
            sono unici nel loro stile. La mia preferita è “Slave 
            To The Machine”, ottimo Rock adrenalinico, stradaiolo e senza 
            tanti fronzoli.
 
 In “Train Of Life” si trovano dunque ottimi riff, ritornelli 
            memorizzabili e da cantare, con buoni solo di chitarra, questo fa 
            di lui un disco appetibile. Chi ama l’Hard Rock di classe, secondo 
            me deve dare almeno un ascolto a “Train Of Life”. MS
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