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            Dieci anni di carriera e cinque album realizzati, l’ultimo, 
            questo Dirt Metal, uscito per una nuova casa discografica, abbandonata 
            la Nuclear Blast, ritroviamo questi musicisti finlandesi sotto l’egida 
            della Sony BMG (in patria) e, per il resto d’Europa, si sono 
            accasati con la Steamhammer. Nati sulle ceneri degli Antidote, hanno 
            trovato quasi subito la strada giusta per dar vita a questa band, 
            che si è fatta notare in un panorama già saturo di proposte. 
            Il loro power metal con influssi estremi ha conquistato un suo spazio 
            di tutto rispetto.
 
 Questo nuovo album non presenta comunque altre novità e la 
            direzione è sempre quella del metal più poderoso. A 
            livello stilistico sembra davvero difficile poter dire qualcosa di 
            nuovo in questo genere e forse proprio per questo la band punta tutto 
            sul songwriting e sulla tecnica esecutiva, sull’ottima produzione, 
            cercando di convincere l’ascoltatore con la qualità della 
            propria musica. Infatti subito al primo ascolto si avverte il lavoro 
            che sta alla base di brani come “I Almighty” (unica potenziale 
            hit) o la title track. Certo è la fiera del già sentito, 
            tutto fatto a regola d’arte, ma anche tutto molto prevedibile. 
            Gli sconfinamenti nel metal più estremo, sebbene mai troppo 
            marcati, appaiono in brani come “Star”, tutto comunque 
            è davvero ben dosato.
 
 Resta poco da aggiungere, se non che ribadire che si tratta di un 
            disco realizzato davvero bene, suonato ottimamente, prodotto in modo 
            impeccabile, con una buona serie di brani, anche se manca quel qualcosa 
            che l’avrebbe fatto entrare nell’olimpo del metal, magari 
            la prossima volta. GB
 
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