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            In questi tempi di totale confusione politica mi è venuta voglia 
            di ascoltare un disco di vero punk, hanno fatto al caso i catanesi 
            Tetra Punk col loro debutto autoprodotto. Per certi mi dispiace dover 
            scrivere queste parole, vorrei che non ci fosse più bisogno 
            di gridare per far valere diritti che dovrebbero essere acquisiti, 
            ma quando vedi che parlano di ripresa facendola pagare tutta ai lavoratori 
            con la legalizzazione di contratti di lavoro indegni di un paese democratico, 
            allora viene proprio voglia di alzare il volume degli amplificatori 
            e urlare la rabbia come fanno questi ragazzi.
 
 Dieci brani sparati a raffica, con uno stile punk che non introduce 
            novità ma che ti butta addosso tutta la delusione di una generazione 
            che sente il bisogno di far sentire la propria voce. In questo senso 
            il punto di forza sono i testi, che hanno un carattere sociale forte. 
            Chitarre al vetriolo, ritmi serrati buoni per un pogo selvaggio, questa 
            è la risposta a chi vuole ancora darcela a bere, a chi pensa 
            che un proclama in tv diventi verità per il solo fatto di essere 
            stato enunciato. Come sempre per ascoltare come stanno le cose bisogna 
            partire dal basso e niente è meglio di un disco come questo. 
            GB
 
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