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            nome di questo gruppo giapponese potrebbe farvi sorridere perché 
            suona davvero strano alle nostre orecchie, ma non bisogna farsi impressionare 
            negativamente. Sono presentati come la più famosa band nipponica 
            di prog e dall’83 hanno sfornato ben otto dischi, ma confesso 
            di non averli mai sentiti prima. Il chitarrista Hirayama ha fatto 
            parte dei più conosciuti Novela e ciò è quanto 
            ci è dato sapere sul loro passato.
 Il disco apre con un brano in linea con i prodotti di prog metal barocchi 
            che abbiamo imparato ad amare in questi anni, bei passaggi ritmici 
            e belle melodie supportate da un infaticabile lavoro di chitarre e 
            da un pregevole tappeto di tastiere. Sulla stessa linea si snodano 
            gli altri nove brani che, fra breaks sinfonici e sferzate metalliche, 
            definiscono i gusti “poco” orientali del gruppo. Infatti 
            il genere proposto ha profonde radici nel prog settantiano di Yes 
            e Camel, ma il sound è decisamente moderno e si accosta ai 
            nomi ben più celebri di Dream Theater e soci, ma questo lavoro 
            non è privo di personalità e non sfigura accanto a molti 
            dei prodotti occidentali.
 
 Il cantato è affidato all’avvenente Megumi Tokuhisa che, 
            purtroppo, si esprime nella lingua madre, il risultato è decisamente 
            spigoloso e poco melodico, ma alla fine questo è solo un dettaglio.
 
 Forse la pecca maggiore di questo lavoro è di dipendere eccessivamente 
            dalla tradizione europea e americana, un po’ più di fantasia 
            e di sonorità orientali avrebbero potuto rendere imperdibile 
            questo disco, che mi sento di consigliare solo agli amanti del genere. 
            GB
 
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