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            so quanti di voi si ricordano la recensione di "The Gate", 
            l'ultima fatica discografica di questa eccellente formazione con gli 
            occhi a mandorla, forse può esservi rimasto impresso lo strano 
            nome del gruppo, ma il disco non era affatto male (anche se lo avevo 
            consigliato solo agli hard core fans del genere).
 In questo caso non ci troviamo di fronte ad una nuova uscita, ma alla 
            ristampa del loro sesto disco del '93, più due bonus tracks 
            tratte dal tribute album dedicato ai Novela. I Novela sono stati il 
            primo gruppo del chitarrista ed hanno goduto di una discreta notorietà, 
            personalmente non li ho mai sentiti, ma questi due brani sono davvero 
            molto belli e mi hanno incuriosito.
 
 Tornando al materiale dei Teru's devo subito rilevare che quanto di 
            positivo avevo indicato nella precedente recensione viene qui brillantemente 
            confermato e dimostra come questa band sia in possesso di una grande 
            personalità. Sono definiti come il miglior act di prog metal 
            giapponese e, se la volta scorsa ero rimasto un po' scettico, stavolta 
            mi sento accogliere questa tesi. Certo i nei non mancano: non mi piace 
            molto il cantato della bella Megumi (che ricorda molto le sigle dei 
            cartoon manga), non condivido l'indirizzo musicale eccessivamente 
            "occidentale" (a scapito di una più originale miscela 
            orientale, che risulterebbe più inedita e intrigante), non 
            apprezzo la copertina del disco (i loro primi dischi avevano, invece, 
            delle cover davvero stupende!), ma sono tutti dettagli.
 
 Il suono pomposo ed epico dei loro brani è potente ed ispirato, 
            tecnicamente non hanno nulla da invidiare a molti patinati gruppi 
            occidentali e anche a fantasia compositiva non gli sono secondi. Gli 
            assoli di chitarra sono originali ed aggressivi al punto giusto, le 
            composizioni sono sofisticate, la sezione ritmica è all'altezza, 
            volete di più? Penso che valga davvero la pena di incominciare 
            a conoscerli meglio e ad apprezzare una scena, ovviamente sto parlando 
            di quella giapponese, che, se anche è molto lontana da noi, 
            è sempre più presente nel catalogo della francese Muséa 
            e ci sta regalando ottime bands e grandi emozioni. GB
 
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