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            elementi etnici si fondono con la musica elettronica ed il Jazz, allora 
            nascono frutti come Terre Differenti. Il progetto prende forma con 
            Fabio Armani (leader e produttore) ed Alessandro D’Aloia (batteria) 
            nel 1998, anche se le radici si perdono negli anni. Oggi la band è 
            costituita da più elementi provenienti da diverse parti del 
            mondo, ecco allora esplodere un connubio perfetto, dal sapore mediterraneo 
            ma non solo. La casa Different Land nel 2000 produce il primo cd della 
            band proprio dal titolo “Terre Differenti”, mentre oggi 
            con l’ausilio dell’etichetta indipendente Opensound è 
            la volta di “Cities Of Dreams”.
 La musica è calda, sinuosa, grazie all’uso degli strumenti 
            tradizionali miscelati con quelli prettamente etnici, con una sferzata 
            di elettronica ad amalgamare il tutto. Le culture si uniscono, la 
            musica “arabeggiante” si fonde con il sole delle nostre 
            note, “Kam Ma Kam” ne è perfetto fotogramma. Ma 
            si comincia con “Different Lands”, un salto veloce e repentino 
            nell’umanità intera, dove tutto gira intorno alla comunicazione 
            verbale. Il sax di M. Conti e la voce sussurrante di Y. Sannino ci 
            introducono in questo viaggio mentale da affrontare senza freni inibitori. 
            Aria, suoni, profumi di ozono ci pervadono con “God Of Thunder”, 
            dove i Samplers di Armani catapultano la mente in lidi New Age. Dolcissime 
            le note di chitarra e piano che introducono “Flower Of Sorrow”, 
            come la voce di E. Antonimi, adoperata come uno strumento. Il suono 
            diventa caldo nelle dune del deserto, gli interventi di H. Ata infondono 
            sensazioni di luce in “Beyond The Dunes”. “Under 
            Moons Of Jade” è un episodio più sperimentale, 
            pur restando nei canoni dell’opera, ottimo il delizioso apporto 
            ritmico di F. Ferrari al basso e da D’Aloia alla batteria. Si 
            va delineando un perfetto connubio fra terra, uomo e vibrazioni sonore. 
            Scale Jazz in “Jaded Moons”, dove ancora una volta il 
            sax di Conti si esprime al meglio, così la voce di Antonini. 
            La breve e pianistica “Mirror” si ascolta ad occhi chiusi 
            e porta dritti verso “Love Beyond Deserts”, un titolo, 
            una immagine musicale, forse la più bella dell’album. 
            Ancora velluti sonori con “Dance For The Moon”, i Terre 
            Differenti sono come una porta aperta nella mente, varcata la quale 
            non esistono ne stress, ne caos, quelli che siamo costretti a subire 
            nella realtà quotidiana. “Lost In Her World” racconta 
            questo sogno per mezzo della voce di Sannino e melodie rassicuranti. 
            Più ritmata “Splinters Of Reality” , mentre la 
            conclusiva “CitiesOf Dreams” con i suoi nove minuti ci 
            riconduce in territori mediorientali.
 
 “Cities Of Dreams” è una piccola boccata d’aria 
            in questo mondo sonoro inquinato da sonorità disturbanti e 
            feroci, se avete bisogno di una pausa di riflessione i Terre Differenti 
            fanno per voi. MS
 
 Contatti: www.citiesofdreams.com www.differentlands.com
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