| Leggendo distrattamente la bio di Terrana sembra di trovarsi di fronte 
            ad uno dei tanti prestigiosi session men che ogni due o tre anni cambiano 
            casacca e bandiera: Rage, Axel Rudi Peel, Artension, Malmsteen, MacAlpine 
            e tanti altri, invece, leggendo attentamente si scopre il profilo 
            di un artista inquieto, di un musicista che desidera più di 
            ogni altra cosa comunicare con le persone e che ha deciso di cambiare 
            tutte le volte che il dialogo col pubblico non era limpido, tutte 
            le volte che i filtri, messi ad arte dal sistema fra gli artisti e 
            la gente, erano più forti della sua voce, tutte le volte che 
            non si è sentito capito.
 
 Trent'anni di onorata carriera e ancora la voglia di dire "Hey, 
            sono qui!", la voglia di fare della grande musica, quella a cui 
            Mike ha dedicato tutta la vita. Ecco allora questo disco stupendo 
            ed emozionante dove la batteria, a sorpresa, è solo uno dei 
            tanti strumenti, in bella evidenza ovvio, ma anche attore comprimario, 
            perché la piacevolezza è proprio nell'armonia creata 
            fra i vari musicisti.
 
 Ad accompagnarlo troviamo la chitarra ispirata di Steve Lukather in 
            un paio di brani, il bassista Kevin Chown, un vero talento, il saxofonista 
            Dave Reinstein che regala attimi di esaltazione musicale più 
            molti altri ancora. I primi otto brani sono puro Jazz rock strumentale 
            dai ritmi vivaci e dalle sorprendenti geometrie ritmiche, dove si 
            intrecciano i solos dei vari musicisti, l'ultimo brano è un 
            solo dal vivo a dir poco strepitoso.
 
 Davvero un gran bel sentire, una musica che appaga l'orecchio, la 
            mente e anche il cuore! GB
 
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