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            Non ho mai amato molto le cover band e le tribute band, ma riconosco 
            che quando ci sono proposte di valore, allora posso anche rivedere 
            le mie posizioni. Per me ci sono dei parametri da considerare, che 
            non devono necessariamente coesistere, ma basta ce ne sia almeno uno 
            di questi e allora il mio interesse si può risvegliare. Uno 
            dei punti di forza di una cover band è la capacità di 
            reinterpretare un brano cambiando gli arrangiamenti, rifare un classico 
            facendolo proprio. Un secondo parametro è riuscire a ricreare 
            l’atmosfera originale della band coverizzata, quello che succede 
            in pratica anche nella musica classica o nel jazz. Infine, soprattutto 
            nel caso di tribute band, che almeno non ci sia più in circolazione 
            la band storica, perché l’originale per me è sempre 
            meglio, anche se vecchi e spompati. Nel caso dei Tactusrosa, alcuni 
            membri vengono dai Wit Matrix (una delle migliori tribute band dei 
            Pink Floyd), si omaggiano due gruppi fondamentali come i Beatles e 
            i Pink Floyd, ma proponendo delle versioni riarrangiate in chiave 
            neo classica.
 
 Questo disco ci presenta una scaletta con otto brani tratti dalla 
            collezione dei Beatles e sei da quella dei Pink Floyd, due repertori 
            sterminati a cui attingere e ricchi di classici immortali, per cui 
            i Tactusrosa non hanno certo fatto fatica a selezionare una prima 
            rosa di titoli e direi che il disco per questo è riuscito e 
            si lascia ascoltare molto bene. La resa acustico neo classica suona 
            intrigante, scelta estremamente elegante, raffinata, che forse perde 
            un po’ in resa emotiva, almeno per un rocker come il sottoscritto, 
            ma devo dire che il risultato complessivo è intrigante, quello 
            che intendo dire lo si avverte bene con brani come “Money”, 
            che già in origine è quasi un hard rock, qui è 
            molto più prog, però i pezzi dei Beatles rispondono 
            molto bene al trattamento. L’unico vero neo è forse la 
            resa vocale del progetto, che ad un primo ascolto risulta non proprio 
            brillante, ma potrebbe essere dovuto alla registrazione quasi sempre 
            live dei brani.
 
 In sostanza questa è una band da apprezzare dal vivo, per una 
            serata all’insegna della buona musica, le emozioni non vi mancheranno 
            di sicuro. GB
 
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