Questo Cracks è il primo demo su cd dei nipponici Synchronous
Yawn, una nuova formazione dedita al lato più jazz della scena
prog giapponese. I riferimenti vanno alla RIO e a certa fusion, ma
molto presenti sono delle influenze etnica che emergono spesso nelle
ritmiche o in certi passaggi più morbidi, al tutto si aggiungono
anche sonorità ambient spruzzate ogni tanto.
Il disco comprende nove brani per poco più di trentacinque
minuti, quindi ci troviamo di fronte a composizioni piuttosto brevi,
questo è un limite, ma anche un pregio, perché si riesce
ad ascoltare l’album per intero senza essere intenditori del
genere, che non è proprio per neofiti. Ovviamente il gruppo
è in possesso di un alto tasso tecnico e non potrebbe essere
altrimenti, ma la tecnica è dosata con una certa discrezione.
Ci sono molte idee intriganti come ad esempio nella naturalista “From
Japanesia”, sicuramente uno dei momenti più riusciti
dell’album, questo mix di elementi tribali, ambient e jazz rende
molto personale e gradevole la proposta di questi musicisti “fuori
dal coro”. Poi ci sono anche parti molto sperimentali che possono
lasciare veramente disorientati come la breve “Naraku No Soko”
o la seguente “Parts of Yawn”, un brano davvero di difficile
lettura. Mentre “Rough Life Part 2” parte come un classico
brano fusion dove è più facile ritrovarsi, ma poi si
trasforma grazie ad una chitarra distorta che scombina le regole.
L’alternanza continua e spesso sorprende come nella sciamanica
“Crying Cave Man”.
Cracks è un disco di presentazione, ci dà la possibilità
di incontrare questi artisti, ma adesso sono curioso di poter ascoltare
un album un po’ più omogeneo e meno dispersivo, anche
se spero sempre così ricco di influenze, dove la parola “strano”
è proprio azzeccata. GB
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