Però…che sorpresa! I Syncage provengono da Vicenza e
malgrado la loro giovane età, hanno già esperienza da
vendere. Infatti la loro storia inizia da lontano, quando prima del
2008 i fratelli Nicolin, Matteo (voce, chitarra) e Riccardo (batteria)
escono dall’esperienza Sour Sun, trio composto in età
scolastica delle medie. Negli anni successivi mutano in line up, divenendo
quartetto e così aumentano i concerti nel comprensorio, facendo
acquisire loro esperienza ed amalgama. Ad oggi la formazione oltre
che ai fratelli Nicolin vedono Daniele Tarabini al basso e Matteo
Graziani alle tastiere. Nel 2010 registrano un demo dal titolo “Crimson
Skies Straight Ahead” contenente il brano omonimo della durata
di dieci minuti ed il singolo “Embrace The Paradox”, mutando
lo stile della band verso un suono più duro e diretto. Ma la
musica proposta dai Syncage non è Metal, non è Alternative
e neppure Progressive, bensì un insieme di questi tre stili.
Questi non sono particolari di relativa importanza, quando in uno
scenario musicale odierno si naviga in una tabula rasa di piattezza
creativa. Il 2012 per i ragazzi è un anno di successi, sia
live che di contest, ma altresì vivono un momento critico per
la personalità, un momento di stagnazione artistica. E’
solo con il singolo “Hellhound” che nel 2014 i Syncage
si sbloccano definitivamente.
Ed eccoci dunque qui oggi a parlare di questo ep dal titolo “Italiota”
formato da tre canzoni, preludio per un album che molto probabilmente
a detta degli artisti stessi, potrebbe vedere la luce nel 2016. Il
prodotto è accompagnato da un booklet esaustivo e ben preparato
da Giulia Menta, con la digitalizzazione di Matteo e Riccardo Nicolin.
I tre brani sono cantati in inglese e si comincia con “Leas
And Neckss” con voce jazzy e chitarra per addentrarci in un
ritmo cadenzato e potente, un mix interessantissimo che spazia in
numerose soluzioni a tratti anche spassose. Buono il cantato, sia
nelle tonalità che nella pronuncia dell’inglese, molto
spesso per noi italiani arma a doppio taglio. Questo brano in se racchiude
moltissime influenze, ci sarà chi di voi potrà ascoltarci
i Queen, chi gli Spock’s Beard, chi un istantaneo richiamo alla
“Carrozza Di Hans” della PFM, in realtà l’insieme
gode di assoluta ed efficace personalità, decisamente fuori
dalla media delle band italiane.
A seguire arriva “Anxiety” con l’ospite Sean Lucariello
alla tromba. Un avvolgente giro di basso con una chitarra elettrica
in arpeggio non può che richiamare l’operato di certi
Porcupine Tree, questo subito all’inizio dell’ascolto.
Ma ancora una volta è solo sensazione di un istante, così
i Syncage voltano le spalle per cambiarsi il trucco, un passaggio
nel Progressive Rock, stupore Yes e via… Il loro trasformismo
è quantomeno ammaliante.
Dopo due brani di quasi sette minuti, si giunge alla conclusiva “Italiota’s
Journey” di nove. Ancora una interpretazione vocale sopra le
righe, teatrale e ficcante, mentre qui l’ospite ha il nome di
Mauro Baldassarre al sax alto. Oscurità Pinkfloydiane era conclusiva
di Waters aleggiano di tanto in tanto, ma il brano viaggia su melodie
efficaci e di facile memorizzazione, malgrado i numerosi cambi di
tempo e d’umore. Una sorta di Queen Theater (scusate il gioco
di parole, ma mi sembra efficace).
L’ep è terminato, ma adesso sono curioso di ascoltare
un album dei Syncage e di questi tempi di piattume, come dicevo in
precedenza, a me sembra quasi un capolavoro!
Avanti tutta ragazzi, non date retta a nessuno, neppure a me perché
vedo che siete grandi! MS
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