Raramente
un disco di Progressive Metal riesce a mettermi in difficoltà
nel recensirlo, vuoi perchè seguo molto il panorama e vuoi
anche perchè vivo di Progressive (povero me) da tempo immemore.
I Symphony X sono una band che ha subito accalappiato la mia attenzione,
sin da “The Divine Wings On Tragedy” ed ho assaporato
boccone dopo boccone.
Impeccabili per stile, tecnica e songwriting, insomma come ben sapete
anche voi, una cult band. A questo punto lungi da me attaccare una
corazzata di siffatta caratura, specialmente quando riesce ad inanellare
una sequenza di capolavori, ma lasciatemelo dire, dopo cinque anni
mi aspettavo non qualcosa di più, ma almeno di differente.
Tutto è perfetto come sempre, produzione ed artwork compresi,
forse sono io che nel tempo sono diventato troppo esigente, ma non
capisco perché “Paradise Lost” mi lascia una sensazione
di freddezza. Troppi passaggi inflazionati, questo forse si, ma come
sempre carichi di potenza e patos. E’ un disco al quale si devono
prestare molti ascolti per poterne godere a pieno tutte le sfumature,
questo però è il genere Prog Metal stesso che lo richiede.
La voce di Russell Allen è sempre ottima, le chitarre danno
rasoiate fra le intelaiature di matrice neoclassica e deliziosa è
la title track “Paradise Lost”. Comunque sia, ascolto
dopo ascolto continuo sempre ad avere una strana sensazione, come
se non avessi finito di pasteggiare, mancano dannatamente il caffè
ed il dolce. Mi piace pensare che questo lavoro sia un album di transizione,
ma caspita, cinque anni sono tanti. A questo punto non linciatemi,
capisco di essere controcorrente, ci tengo comunque a ribadire che
“Paradise Lost” è un disco ottimo, ripeto, ottimo,
ma lasciatemi almeno avvisare chi di Prog Metal vive di non cercare
in esso innovazioni.
Ripeto, spero che sia un album di transizione, ma se dovessero passare
altre cinque anni per poterli riascoltare, allora correremmo il rischio
di dire: Symphony chi? MS
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