Rock Impressions

Straw Daze - Sei

STRAW DAZE - Sei
Nemeton
Distribuzione italiana: -
Genere: Folk Punk

Support: CD - 2015


Asola è un paese particolare, non troppo piccolo, ma nemmeno grande, ma ha una forte identità, che ha influito molto sul carattere dei suoi cittadini. Perché questo preambolo? Perché sono asolano e asolana è la band che vado a recensire e non è mai facile parlare di qualcuno che ti sta molto vicino, senza rischiare di essere poco obiettivo. Gli Straw Daze nascono nel 2011 e grazie alla partecipazione a vari festival come Irlanda in Festa e Gods of Folk, e aver aperto per gruppi come i Folkstone, si sono messi in evidenza. Ben presto registrano un primo Ep autoprodotto dal titolo Senza Rotta. La loro musica è un Folk Punk che fa riferimento ovviamente ai Pogues, ma è più vicino ai Flogging Molly.

Quindi la band propone un Folk Punk cantato in italiano, come strumenti tradizionali troviamo un banjo o mandolino e un flauto dolce, due le chitarre che sono ovviamente distorte, con basso e batteria e due voci, moderatamente drunken. La formula non è particolarmente originale, chi ha masticato la musica dei gruppi citati, che oggi vantano molti seguaci, non troverà grosse novità, però gli Straw Daze ci mettono una grinta notevole e stanno maturando molto velocemente. Oggi il Folk Punk gode di ottima salute anche perché è stato preso come modello di moderno combat rock ed è di fatto diventato una musica di protesta dal buon impatto. Questo però è anche il limite del progetto di cui parliamo, perché a mio parere il lato più debole del gruppo sono i testi, che non riescono ad approfondire bene i temi trattati. Spesso risultano un po’ troppo lunghi e una certa essenzialità potrebbe giovare in futuro. Le musiche sono incalzanti e spaziano dal punk più viscerale ad un metal piuttosto coinvolgente, con un’integrazione abbastanza buona con le parti acustiche più folk, anche se il lato irish mi sembra meno sottolineato rispetto ad altre proposte simili. In fondo credo che la band sia alla ricerca di una propria identità e che quindi sia doveroso un processo di ricerca più personale. In riferimento al panorama nazionale non si può non ricordare i Modena City Ramblers, che sono molto più legati al folk tradizionale, ma che hanno cavalcato l’onda di protesta attuale, in questo senso gli Straw Daze sono più soft e si espongono meno, i loro testi sono più moderati e non credo che questo sia un bene, però hanno tutto il tempo di tirare fuori le unghie.

Le danze si aprono con “Tu Chi Sei?”, un classico brano in bilico tra suoni folk e sfuriate metalliche, che apre mostrando subito le intenzioni bellicose di questi ragazzi, si parte bene. “Diritto di Plagio” è più hard rock, il riff di chitarra è secco e preciso, il ritmo è incalzante, mentre il testo sembra prendersela con la critica e rivendica i propri diritti. “Immobili” è uno dei brani che mi sono piaciuti di più, anche se gli elementi folk sono appena accennati, però ci sono delle buone melodie con un ritmo indovinato. “Scegli” ha un buon incrocio tra punk e folk, sicuramente un’altra prova convincente, il punto debole è il testo, per il resto funziona. I brani si susseguono con una buona progressione, ma le valutazioni fatte rischiano di ripetersi, la band sta sicuramente maturando, ma il lavoro sui testi deve essere preso in considerazione. Nel complesso è un disco che mostra buone potenzialità e qualche ingenuità che sparirà col tempo e la costanza. GB

Sito Web




Flash Forward Magazine

Indietro a Ultime Recensioni


Indietro alla sezione S



Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Art | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |