Il profondo nord ultimamente ha raggiunto i vertici del panorama musicale internazionale, in molti generi, dal prog al metal estremo, passando per tutto quello che ci sta in mezzo, compreso l’hard rock melodico di matrice americana. Ecco allora che cresciuti alla scuola di TNT e Stage Dolls ecco presentarsi a noi il debutto dei norvegesi Stargazer (ex F.R.I.E.N.D. con due cd all'attivo), capitanati dal cantante Tore André Helgemo e dal chitarrista William Ernstsen a cui si affiancano il bassista Morten Skaget (ex TNT) e il batterista Steinar Krokstad (ex Stage Dolls, ma guarda che combinazione).

Questo album omonimo contiene una manciata di buone canzoni, dominate da belle melodie che entrano subito in mente, anche se forse manca il pezzo che fa la differenza con tutto il resto. Le danze sono aperte dalla grintosa “I Needed You”, riffs secchi di chitarra e un bel coro molto intrigante, potenza e melodia nel più classico dei matrimoni. L’energia non cala con la seguente “Push Me”, bello l’intreccio ritmico con l’amalgama della chitarra. “Brother Against Brother” è una delle mie canzoni preferite del disco, mi ha ricordato i Journey più epici. Bella anche la ballatona “This is the Night”, meno la strumentale e breve “Whirlwinds”. L’energia torna prepotente con “You Are the One”, praticamente uno standard del genere. Bella anche “Keep the Good Times”, che mi ricorda anche i Magnum più mainstream. Più rocciosa è “Working on the End”, ma perde col refrain. “The Cage” è un’altra ballatona semi acustica, piuttosto scontata. “Dancing on Your Grave” è un filler grintiso, ma riprende strutture melodiche già usate prima. La conclusiva “Window to the World” è una canzone piena di brio e di vita, un bel finale.

Questo debutto è un po’ discontinuo, ci sono delle belle idee, ma resta un prodotto nella media del genere. GB

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