Rock Impressions

Spiritual Beggars - Demons SPIRITUAL BEGGARS - Demons
Inside Out
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2005

Yuk! Yuk! farebbe Super-Pippo, provenendo da un bel viaggio nelle profondità più magmatiche dei seventies. Come dargli torto, se questo "Demons" pare effettivamente un disco di trenta anni fa! Michael Amott ed i suoi pards colpiscono nel segno, con una dozzina (più l'intro "Inner strenght", ma la bislacca reprise di "Born to die" non supera il minuto e mezzo) di canzoni fumiganti e polverosissime, a tratti davvero heavy, come in "Throwing your life away".

Coinvincente la prova del cantante Janne "JB" Christofferson, che da "On fire" ricopre il ruolo di urlatore che fu di Spice, ora attivo col progetto personale denominato Kaiser, e del bassista Sharlee D'Angelo, altra faccia nuova del gruppo capitanato dall'infaticabile Michael (che opera con disinvoltura pure cogli Arch Enemy).

La ruffianissima "One man army" spazza via in una infinitesimale frazione di secondo White Stripes e fighetti vari: cantato epicissimo, chitarrismo fantastico (che groooooove!!!!), sezione ritmica poderosa sì, ma assolutamente dinamica. Questo si che è rock! E che assolo, signori, da manuale dell'air guitar (datevi da fare col battipanni della mamma - o della moglie - e non fate finta di nulla se vi beccano, chissenefrega!). Ciondola indolente "Through the halls", ideale colonna sonora per una serata trascorsa ad osservare il tramonto e lo spuntare delle stelle, a punteggiare il firmamento (eppoi conclusa in birreria, che diamine!), mentre asservita al rock più psych è la fumigante (e fumatissima...) "Dying every day", che fa da prologo ad uno dei pezzi forti di "Demons", quella "Born to die" che incede con pachidermica grazia... Quello che fuoriesce dalle casse del vostro stereo è magma, incandescente ed inarrestabile. Dal vivo il pezzo dovrebbe fornire un impatto devastante. Ma gli Spiritual Beggars sono dei geni! Come definirli altrimenti, dopo aver ascoltato la reprise della stessa (non voglio rovinare la sorpresa ai lettori)? Ci pensano poi "In my blood", "Elusive", "Sleeping with one eye open" e la conclusiva "No one heard" a riportare ordine: colate metalliche, flavour settantiano dispensato a piene mani, per il trionfo definitivo del rock (hard) più muscolare e ruspante.

Certo, "Demons" non sarà "Ab Astra", ma che feeling trasudano queste canzoni... Gli Spiritual Beggars sono una garanzia assoluta di passionalità, bravura e doti compositive. Buon disco, coi tempi (magri!) che corrono, ci voleva! AM

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