Rock Impressions

Six Red Carpets - Nightmares + Lullabies SIX RED CARPETS - Nightmares + Lullabies
Selfproduced
Distribuzione italiana: -
Genere: Rock / Post Rock / Psichedelia
Support: download CD
- 2008

I milanesi Six Red Carpets sono una band tenace, di quelle che credono fermamente in quello che fanno, hanno prodotto questo primo lavoro che hanno messo in download gratuito, questo è un gesto da considerare con grande rispetto, non è una scelta banale e la loro musica proprio per questo merita ancora di più di essere ascoltata. Non voglio fare della filosofia spicciola, ma mettere la musica a disposizione di tutti è un gesto molto significativo, che va giustamente valutato. C’è anche da dire che personalmente non amo la musica downlodata e di spesso rifiuto di recensirla, ma questi ragazzi hanno insistito così tanto che mi hanno incuriosito, ed hanno fatto bene.

Nightmares + Lullabies è un disco di tredici brani, con una grafica curata, con una ricercata costruzione del booklet, dei testi, dei disegni e degli incantevoli aquerelli, intento molto ammirevole ancor più per il fatto che è tutto assolutamente gratuito, inoltre al cd è allegato anche un breve racconto che rende ancora più ricco il tutto. “The Weaver Call” è un intro dominata da un pianoforte, che ci cala in un mondo sognante molto suggestivo che lancia il brano “Twenty Two and the Charm of Gravity”, la batteria decisa ci porta ad un garage rock che mi ricorda tante band che ho amato negli anni ’80, da Plan 9 ai Nomads, un rock vagamente psichedelico e post punk molto personale. “Words Forgetting, Words Forgot”, ha una costruzione armonica più solare, il genere è quello già descritto con suoni psichedelici e un incedere trascinante, ottimo rock davvero, questa band ha carattere da vendere. Anche con “Fall Asleep” mi sembra di essere salito su una macchina del tempo, ma i suoni non sono datati o vintage, anche se questo brano mi ricorda vagamente certi Smiths più rock. Bellissima anche “Angels Vanity” uno dei brani che mi ha più conquistato con le sue melodie sognanti e malinconiche. Poi ci sono anche episodi impersonali come “Vanilla Scent”, ma che restano comunque di buon livello. “I Was There” cita anche i Police, in chiave più dura e psichedelica, altro brano decisamente carino. Il livello del disco resta buono fino alla fine, anche se le cartucce migliori sono già state sparate. Molto gradevole la conclusiva e acustica “Asphalt Song”.

È bello incontrare artisti come questi Six Red Carpets, mi mettono un senso di ottimismo per il futuro della musica. GB

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