Rock Impressions

Sir Lord Baltimore - III Raw SIR LORD BALTIMORE - III Raw
JG Records Inc.
Distribuzione italiana: no
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2006


Diciamo subito che non si tratta (purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista) della reunion della storica hard rock band newyorkese, ma della pubblicazione di brani registrati dopo la pubblicazione del secondo album e che hanno preceduto il prematuro e disastroso split del gruppo, senza mai vedere la luce fino ad oggi. Il responsabile dell’operazione ad alto tasso di nostalgia è il veterano drummer e singer John Garner, l’unico del gruppo che ha sempre continuato a suonare, da ultimo nei Lizards, un gruppo molto interessante e che è venuto a suonare anche da noi come supporto a Glenn Hughes (ma alla batteria non c’era più John sostituito da Robbie Rondinelli).

I brani sono stati riarrangiati e sono state aggiunte delle parti di batteria e basso, grazie al contributo del talentuoso Tony Franklin nei primi quattro brani e di Sam Powell nei restanti due. Il cd contiene solo sei pezzi per un totale di meno di mezz’ora, un po’ poco se si pensa agli attuali standards dei cd, ma il materiale contenuto è di altissimo interesse, non fosse altro che per la grandiosità del materiale pubblicato dal gruppo nei primi due storici Lp.
Si parte con l’anthemica (Gonna) Fill the World With Fire”, proto heavy metal, molto diretto e potente, anche se meno innovativo rispetto al materiale inciso in precedenza dal gruppo, siamo molto vicini ai Montrose. Anche per “Love Slave” vale lo stesso discorso, ottima musica, anche se un po’ prevedibile. “Wild White Horses” è una ballad semi acustica con un assolo di chitarra strepitoso, che peccato che Dambra si sia perso per strada! “Rising Son” è molto zeppeliniana, con un riff di chitarra roccioso e sufficientemente oscuro, solo il cantato di Garner sorprende un po’, perché ha abbandonato il suo solito tono maschio e grintoso per un falsetto che non suona proprio al massimo. “Cosmic Voice” è puro hard rock chitarristico di stampo americano, con un ritmo incalzante veramente vivace. Chiude “Mission”, un brano complesso e molto psichedelico, che denota ancora una volta la personalità di questa band che davvero non doveva finire nell’elenco dei gruppi “minori”.

In definitiva i primi due album del gruppo sono veramente fondamentali, mentre questo disco è più per collezionisti e profondi cultori dei seventies, bello ma non indispensabile, visto anche che non costa poco procurarselo. Questa recensione ha un pizzico di amarezza, per tante ragioni che si possono intuire fra le righe del testo, ma in fondo questa è la storia del rock, di tante formazioni piene di talento che ci hanno lasciato delle gemme musicali tutte da godere prima di sparire nel nulla. In fondo molti gruppi “maggiori” hanno fatto solo due o tre album veramente importanti, per cui godiamo di quanto il gruppo di Garner e soci ha saputo partorire, senza troppi rimpianti su quello che avrebbe potuto essere e non è stato. GB

Altre recensioni: Kingdom Come; Sir Lord Baltimore

Sito Web
Per un assaggio: http://www.myspace.com/sirlordbaltimorewebsite


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