Rock Impressions

Sieges Even - Paramount SIEGES EVEN - Paramount
Inside Out
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2007

Ne ha fatta di strada il Metal Progressive dai tempi dei Dream Theater. Era il 1989 e tanta ne hanno fatta anche i tedeschi Sieges Even. Partiti come ammiratori dei Rush, hanno avuto la saggezza e la capacità di maturare il proprio stile dalla fine degli anni ’80 fino ai giorni nostri, con un suono fresco e moderno. Paramount è un disco che non scherza, quasi perfetto, l’equilibrio fra tecnica, melodia, cambi di tempo e Metal è saggiamente dosato. I fratelli Holzwarth dopo le lussuose collaborazioni con Blind Guardian e Rhapsody Of Fire, si ritrovano assieme per dare vita all’ennesimo lavoro di Prog Metal, dopo l’ottimo “The Art Of Navigatine By The Stars”. Eredità ardua da sopportare, vista la caratura del lussuoso precedente, ma ci sorprendono per l’ennesima volta. Si allontanano ancora di più dalle singolari timbriche Metal per dare spazio ad un impronta ancora più progressiva ed emotiva.

Amo Menses al microfono è autore di una prova brillante sin dall’iniziale “When Alpha And Omega Collide”, degna vetrina anche della sezione ritmica. Per certi versi si possono riscontrare influenze Threshold. Ho detto nella premessa che il Metal Prog ne ha fatta di strada, per certi versi pochi sono coloro che hanno tentato di uscire da certi canoni, i Sieges Even sono fra i più coraggiosi, pur non andando ad invischiarsi in tecnicismi autocelebrativi. Sempre attenti all’orecchiabilità del brano, con buoni ritornelli come in “Tidal”, oppure nella ballata “Eyes Wide Open” (ovviamente non quella dei King Crimson).
Il tempo li ha resi malleabili ad ogni tipo di soluzione, la creatività è arrivata ad un livello compositivo davvero eccelso, stupisce la semplicità dell’insieme. La band di Monaco mostra il lato più delicato con “Iconic”, mentre raggiungono l’alto gradimento con “Where Our Shadows Sleep”, canzone che lascia il segno dentro. C’è anche uno strumentale da godere, “Mounting Castles In The Blood Red Sky”, fra pioggia e narrazione. Non esiste un brano trascinatore del disco, tutto fila via che è un piacere. “Paramount” è un lavoro che nella semplicità riesce a spostare il Metal Prog in lidi poco frequentati, dove la classe è più importante della tecnica, dove il cuore si incontra con la testa, dove l’essere è più importante dell’apparire.

La produzione è buona, il suono cristallino e pulito, gli strumenti sono ben distinti fra di loro, secondo noi un disco da avere senza il minimo dubbio. MS

Altre recensioni: The Art Of Navigatine By The Stars
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