Rock Impressions

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Moonjune
Distribuzione italiana: IRD
Genere: Avantgarde
Support: CD - 2012


La Moonjune ci ha abituato ad un repertorio sperimentale, molto spesso vicino al Canterbury, con riferimenti primi che partono dai Soft Machine e da Allan Holdsworth per arrivare a cose più attuali, ma sempre abbastanza ricercate tra fusion e free jazz, ma quello che ho ascoltato in questo disco si discosta nettamente da quanto ho ascoltato prima d’ora nel repertorio Moonjune.

La copertina del disco fa pensare ad un progetto tra il medievale e il folk apocalittico, ma quando attacca il primo brano “Dead Baby” si capisce subito che ci troviamo di fronte a qualcosa di totalmente inaspettato, l’impianto del brano è heavy, chitarre molto distorte in un contesto jazz stralunato, ritmiche folli e selvagge e vari strumenti in libertà assoluta. L’esperienza stravagante continua nel brano successivo dal titolo bizzarro, il vibrafono si alterna a questi intrecci metallici, mentre la sezione ritmica sembra impazzita e si produce in stacchi continui, unico denominatore una musica totalmente non convenzionale. Il terzo brano ha un titolo impossibile, ma almeno è il primo che ha una struttura musicale quasi riconoscibile, sempre molto sperimentale, ma almeno si riesce a seguire una linea melodica, anche se è molto alienante, cantato compreso. Ma se tutto questo vi è sembrato strano, dovete mettere alla prova le vostre orecchie con “Shitgun”, la follia raggiunge un livello palpabile, fin quasi a diventare affascinante, se si riesce a superare l’impatto iniziale piuttosto devastante. Non siamo nemmeno a metà disco e le stranezze sonike di questi musicisti continuano a sorprenderci brano dopo brano, sembra non ci sia mai un limite, o che il limite serva solo ad essere continuamente superato.

Questa band ha una forza intrinseca che non lascia indifferenti, anche se è molto difficile accostarsi al loro mondo stravagante e selvaggio. La violenza del loro sound è esplosiva, irrazionale e, come tutte le cose folli, è destabilizzante, ci vuole una certa dose di coraggio per avvicinarsi, superato lo scoglio iniziale si può anche riuscire ad apprezzarne la potenza rivoluzionaria, ma non è certo facile e temo che buona parte del pubblico non riuscirà ad andare oltre l’impatto iniziale, ma artisti come questi possono far riflettere. GB

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