Rock Impressions

Seth SETH - Seth
Minotauro / Markuee
Distribuzione italiana: si
Genere: Hard Rock / Heavy Metal
Support: CD
- 2015


Quando si parla di band da culto il termine non potrebbe calzare meglio che per questi Seth, un combo di cui è molto difficile trovare informazioni. Nel cd sono tracciate le linee fondamentali del loro percorso, che è partito nel 1974 e arriva fino ai giorni nostri. Sono americani e sono sempre stati un trio. Partiti come cover band, hanno poi sviluppato un proprio repertorio che troviamo raccolto in questa edizione in doppio cd, superbamente curata dalla Minotauro. Il leader è il cantante e chitarrista Gerard Stafford, attorno a lui si sono avvicendati molti musicisti, di cui solo due vengono immortalati in copertina, il batterista Domenic Martignetti e il bassista Richard Santapaga.

Il lavoro è concepito come un’antologia che copre tutta la produzione della band. Le prime tracce risalgono al 1979. Il repertorio più corposo appartiene agli anni ’80. Poi si arriva nel nuovo millennio, con una produzione altalenante, sia come quantità che come continuità. Però il gruppo dimostra una costante presenza nel tempo, anche se il periodo d’oro è sicuramente quello iniziale.

Il primo cd raccoglie il primo periodo con una band acerba, ma già ricca di idee. Le coordinate del gruppo sono molteplici, si va da un hard rock melodico, debitore delle melodie ariose del beat come nelle iniziali “Directly in Love” e “Murder 1”, oppure nella splendida ballad “Falling”, ad un hard prog oscuro e denso di mistero de “The Difference”, che pesca qualcosa dai Rush. “Directly in Love” in particolare ha un riffing avventuroso, che strabilia per inventiva e creatività. Le melodie vocali a tratti ricordano anche alcune cose dei Blue Oyster Cult. Mi viene in mente anche il compianto Randy California e anche qualcosa dei Boston. Ogni tanto il gruppo mostra anche le proprie abilità tecniche, come nella chitarristica “Gotta Get Home”, un rock ‘n’ roll ad altissimo tasso di energia, mentre sono sempre molto intriganti le dinamiche tra basso e batteria. Comunque nel complesso sorprende la varietà di situazioni presentate.

Il secondo cd parte dal 1982 con un brano davvero bello: “Race to Olympus”, visionario, epico, con una grande teatralità, tra hard prog e pomp evoluto. Molto radiofonica è “Caught in a Trance”, anche se propone soluzioni tutt’altro che banali, con una strizzatina d’occhio ai Cheap Trick. Alcuni estratti live fanno capire la forza dei Seth dal vivo, che sono una vera macchina da guerra. Sicuramente molto settantiani, con lunghi solos, però vera gioia per gli amanti del genere. Man mano che gli anni passano il sound si fa più evoluto e qualche volta anche più metallico, ma mantiene sempre le caratteristiche fondamentali degli inizi. In un certo senso la band rimane fedele a se stessa in un’evoluzione misurata.

La sensazione di fondo è che se il gruppo avesse potuto avere gli agganci giusti, avrebbe un posto più solido nella storia del rock. Comunque questa antologia ci permette di apprezzare fino in fondo la loro musica. Una gemma da riscoprire per tutti gli appassionati dell’hard rock. GB

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