Rock Impressions

Sergeant Steel - Riders of the Worm

SERGEANT STEEL - Riders of the Worm
Boyz Tyme Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Hard Rock / Sleazy Rock
Support: CD - 2015


I Sergeant Steel vengono dall’Austria e ci consegnano il loro terzo album in cinque anni. La band si è formata nel 2007 e uno dei risultati migliori è stato quello di fornire l’inno alla nazionale di hockey, inoltre hanno aperto per Deep Purple e Sweet. Una buona partenza in un panorama non facile, ricco di tante proposte e con un pubblico sempre più eterogeneo. Lo stile proposto dalla band è un hard rock melodico, tra l’AOR, l’hard rock stradaiolo e il tipico gusto germanico per le belle melodie. Questo nuovo album è stato masterizzato dal vecchio volpone Michael Wagener.

Si parte con l’anthemica “Happy Time”, il titolo è azzeccato e mostra subito le vere intenzioni del gruppo, fare musica for fun. Ritmi quadrati con arrangiamenti accattivanti e un rock duro di grande enfasi, con tanto di tastiere, it’s only rock ‘n’ roll… but I like it! “Dirty Habits” è molto americana, la chitarra è secca e il ritmo ancora incalzante, con le tastiere che danno la giusta enfasi, i ragazzi si muovono bene e dimostrano di conoscere a dovere la materia. Ogni tanto troviamo spruzzate di space rock, ma il contesto resta quello descritto sopra, così arriva un brano tanto prevedibile, quanto contagioso come “Silver Spoon”, sorta di novello tormentone hard melodico, come ospite c’è Kane Roberts, il chitarrista culturista che tempo fa accompagnava Alice Cooper nel suo teatro degli orrori. In un disco di questo genere è tempo di ballata ed eccola arrivare puntuale, “Where My Heart Is” è proprio il classico lento lacera cuori, non originale, ma sicuramente piacevole. Si torna a rockare con la grintosa “Young and Hungry”, è ancora puro ed energico r’n’r , questa volta l’ospite d’onore è Mark Slaughter. Se avevate dubbi ecco che arriva un vero Rock ‘n’ Roll ipervitaminizzato, “Only Good Girls” è dinamite. Siamo solo a metà album e si susseguono i titoli, ma il concetto non cambia e la band fila dritta e veloce con una buona progressione di brani, tutti all’insegna del divertimento. Fra le cose che mi sono piaciute di più c’è “Mr Right”, piuttosto personale e “Rock ‘n’ Roll Highway” per la bella spinta energica. La seconda ballata è “Promised Land” , che è più originale della precedente. Chiude “Trouble Maker”, una zampata di cattiveria, hard rock che graffia forte, dopo tanta melodia ci sta proprio bene. A sorpresa troviamo una ghost track di genere molto diverso, una versione hip hop di “Dirty Habits”… non vi abbiamo forse detto che il divertimento è il fil rouge del disco?

I Sergeant Steel sono una band caciarona, sembrano arrivare da Los Angeles, ma sono molto simpatici e non mancheranno di piacere a chi ama lo Sleazy Rock. GB

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