Questa
formazione è dedita ad un black metal particolermente veemente
e non mi trovo a mio agio in questo terreno, sia per quanto riguarda
i contenuti musicali, che non mi sono familiari, sia per i contenuti
lirici che, da quanto leggo nella bio, sembrano essere quanto mai
orientati al nero e non rispecchiano minimamente il mio pensiero.
Non per questo però mi voglio sottrarre al compito di tentare
una critica su questo disco.
Come accade generalmente in questo genere abbiamo una solida base
metal, che quando non è troppo veloce esprime anche delle situazioni
di grande impatto emotivo, questo emerge chiaramente fin dalla tribale
“Nowhere 11:18” che apre il cd con grande cattiveria,
ma è solo uno strumentale che fa da antipasto, il primo vero
piatto arriva con la mefitica “Versus”, il cantato gutturale
viene sputato in faccia all’ascoltatore, mentre dei controtempi
selvaggi imperversano, poi il brano rallenta e se ne può gustare
maggiormente la vena teatrale. “Ordinance” parte come
un lento, quasi doom, ma quando entra la batteria l’alone tenebroso
e misterico viene spazzato via da un’onda d’urto brutale.
“Confessions”, non è difficile immaginare i possibili
contenuti sacrileghi di questo brano, che sembra voler spalancare
le porte dell’inferno, di certo musicalmente è molto
in linea coi contenuti. Senza voler fare un track by track, questi
sono i contenuti di quest’album e dei brani restanti.
I Secrets of the Moon sono molto efficaci e riescono nel loro intento,
come avrete capito non è musica per serate allegre ed è
da assumere con le dovute precauzioni. Personalmente parlando resta
il fatto che l’ascolto di questo album non mi ha di certo avvicinato
a questo genere. GB
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