Il nome di Luca
Scherani comincia a fare il giro nell’intricato mondo del Progressive
Rock. Lo sentiamo sempre più nominare, è sempre più
presente, a partire dai bellissimi progetti di Fabio Zuffanti, i Finisterre,
Merlin ed il recentissimo Hostsonaten il quale colgo l’occasione
per consigliarvelo. Scherani nasce tastierista, pur restando un polistrumentista.
In “Everyday’s Life”, suo esordio discografico,
l’artista si diletta fra molti strumenti, come la chitarra,
il basso e la fisarmonica. Altresì si avvale dell’apporto
di strumentisti, fra cui Stefano Malvasio alla batteria, Carlo Malvasio
(basso), Andrea Cocciardo (chitarra), Nicola Peirano (violino), Ivano
Orio Olivieri (chitarra), Fausto Sidri (percussioni) e di tanti vocalist.
La maggioranza dei pezzi contenuti in “Everyday’s Life”
sono comunque strumentali ed inevitabilmente le tastiere la fanno
da padrona. La musica proposta è spesso sognante, dipinto di
atmosfere pastello, eteree e toccanti. Nell’ascolto si colgono
due frangenti di portata storica, personalmente colgo l’impronta
stilistica degli Arti & Mestieri, gruppo Prog nostrano degli anni
’70, specie nel brano “In The Morning”, dove la
chitarra di Cocciardo disegna parabole elettriche. Per onor di cronaca,
avviso che nel disco ci sono programmazioni ritmiche, magari a non
tutti gli ascoltatori del Prog piacciono.
Luca si dimostra anche buon autore di musiche, sa scrivere e tiene
conto della melodia, e in più non si perde in fraseggi prolissi.
“Anonimous” è ricco di sonorità, arricchisce
la mente con strumenti acustici ed elettronici. Rilassa la musica
di Scherani, fa pensare, non si ferma a fare bello sfoggio di se,
ma cerca l’armonia e la personalità. Anche la title track
“Everyday’s Life” si fonde in questo connubio. Tutto
l’ascolto è fruibile, senza grandi momenti di stanca,
l’interesse resta ovviamente acceso per chi ama questo tipo
di sonorità. Non stiamo dunque parlando di puro Rock, ma di
musica, una musica ricca di contaminazioni, con una punta di modernità
che la rende all’ascolto ancora più orecchiabile. Tutti
i brani portano la firma di Scherani, escluso il conclusivo “Soli”
scritto da Canfora. La bella voce di Nadia Scherani è la ciliegina
sulla torta. La copertina del cd rappresenta un occhio in primo piano
ricco di colori, perfetta foto del contenuto sonoro, uno sguardo policromatico
nella musica.
Un altro artista per cui dobbiamo andare orgogliosi in Italia, una
musica che parte del suo penalizzata da un music business sciacallo.
Non deve restare ignorata, per il bene della nostra cultura la quale,
giorno dopo giorno, sembra inevitabilmente sfuggirci, sgretolarsi
fra le nostre dita come sabbia triturata dal peso di migliaia e migliaia
di uscite scadenti.
Non stiamo qui ad elogiare un capolavoro, sia ben chiaro, ma un disco
onesto e ben suonato, sono sicuro che troverà spazio nella
vostra bella discografia di Prog e non. MS |