Rock Impressions

Savoldelli Casarano Bardoscia - The Great Jazz Gig in the Sky SAVOLDELLI CASARANO BARDOSCIA
The Great Jazz Gig in the Sky
Moonjune
Distribuzione italiana: IRD
Genere: Jazz
Support: CD - 2016


Il cantante Boris Savoldelli ci ha abituati a sperimentazioni imprevedibili e geniali, quasi sempre ricche di gusto e fascinose. Quando l’ho conosciuto si esibiva con il bassista Nicola Mazzucconi e il saxofonista Joe La Viola, da allora ne ha fatta di strada, guadagnando passo dopo passo stima e spessore. Le sue collaborazioni stanno arricchendosi sempre più e sono sempre più di valore. Raffaele Casarano si è formato nel jazz e in pochi anni ha raggiunto uno status di tutto rispetto, fra le collaborazioni più significative c’è sicuramente quella col trombettista Paolo Fresu (che ha suonato anche su un disco di Boris). Abbastanza simile il percorso del contrabbassista Marco Bardoscia, ma temo di ripetermi. I percorsi artistici di questi tre musicisti si sono intersecati e hanno deciso di dar vita a questa rivisitazione del classico per eccellenza, The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd.

Il gruppo ha proposto dal vivo il progetto per diverso tempo prima di arrivare all’incisione e di sicuro questo ha raffinato il tutto e ha dato ai nostri una padronanza notevole, che si respira nell’ascolto del disco. Ricordo molto bene l’emozione provata ad una delle loro esibizioni. Ci sarebbero molte considerazioni da fare sulla scelta, non hanno preso un disco a caso, ma il disco rock più amato di tutti i tempi, una scelta senza dubbio coraggiosa e che ha esposto i nostri a possibili quanto prevedibili critiche. Guai a toccare i classici, figuriamoci a stravolgerli. Bisogna dire subito che la rivisitazione del trio non è fedele all’originale, nel senso che la musica dei Pink Floyd, che è perfetta nella sua definitiva stesura, è stata decostruita e rielaborata in chiave free jazz d’avanguardia. Un atto di questa portata può quantomeno sembrare presuntuoso, però Boris e compagni hanno chiesto a Waters il permesso di mettere mano alla musica immortale ottenendolo, con il suo personale apprezzamento. Inoltre le note di copertina del cd sono firmate da Nino Gatti dei Lunatics, leader del fan club italiano della band.

Voce, sax, contrabbasso e qualche effetto, di sicuro non è facile approcciarsi ad un progetto di questa portata, non è per tutti nel senso che oggi siamo abituati più che mai all’easy listening, i giovani scaricano centinaia di giga byte di musica e alla fine non ascoltano nulla. Però fin dalle prime note del disco ci si accorge di avere tra le mani qualcosa di particolare e di grande spessore artistico. Della musica dei Pink Floyd è rimasto poco in verità, i testi sono inalterati, le melodie di fondo sono salve, ma gli arrangiamenti e lo sviluppo sono ideati dal trio e vi troviamo infusa tutta la loro sensibilità. Mi piace notare che come ospite troviamo il chitarrista Dewa Budjana in “Us and Then”, che si produce in una performance da brividi. Boris in questo disco è riuscito (finalmente) a far confluire i suoi due lati, come ama chiamarli lui stesso, quello dark sperimentale e quello light più facile. Casarano è raffinato e creativo, le sue soluzioni ai fiati emozionano sempre. Bardoscia è un contrabbassista potente, il suo apporto è fenomenale. La combinazione tra i tre è ottima. È vero, non è un disco facile, ma se ci si lascia prendere dalle emozioni che comunica si viene travolti dalle emozioni. In questo senso è uno dei tributi migliori possibili alla musica dei Pink Floyd. GB

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