Rock Impressions

ERIC SARDINAS - Casalmaggiore (CR), 28/07/2007
di Giancarlo Bolther

La città di Casalmaggiore, importante centro cremonese e storico crocevia fra la Lombardia e l’Emilia, ospita da alcuni anni un Rock Blues Festival a cui hanno partecipato nomi internazionali di primo piano. A chiudere l’edizione di quest’anno tornava l’americano Eric Sardinas, da considerare senza dubbio come uno dei giovani chitarristi emergenti. Occasione ghiotta per tutti gli appassionati del genere accorsi numerosi all’evento, che si è tenuto nella bella cornice della piazza antestante il duomo della città.

Il concerto è stato aperto dai bresciani Cek Deluxe. Il trio italico ha proposto un repertorio fatto di brani propri e di cover selezionate. L’esibizione è stata apprezzata dal pubblico, anche se a mio parere il gruppo non aveva una resa sufficiente. Per essere un trio la prova di questi ragazzi è stata buona, ma il sound era un po’ confuso, caotico. Buoni gli assoli di chitarra, con il leader perfettamente calato nel ruolo di chitarrista rocker tutto anima e sudore, influenzato sicuramente dagli Stones, di cui hanno riproposto anche “Brown Sugar”. La sezione ritmica era coinvolgente, con l’unico appunto al batterista che ha fornito una prestazione un po’ straripante. Mi spiego meglio, il nostro aveva uno stile che ricordava molto Keith Moon degli storici Who, niente di male, anzi era molto coinvolgente, ma da un punto di vista stilistico secondo me non ci stava molto col blues, che a mio parere richiede uno stile più secco e quadrato, a volte anche più lento e misurato. Ma tutto sommato il pubblico ha dimostrato di gradire.

Poi è arrivato il turno di Sardinas, il chitarrista americano è già venuto varie volte nel nostro paese ed il pubblico è esploso in una vera ovazione all’inizio del concerto, dimostrando di conoscere il nostro. Eric non è il classico chitarrista composto e misurato, non è elegante e raffinato, piuttosto tutto in lui è fuori dall’ordinario a partire dal look. Sardinas si è presentato sul palco con un abbigliamento molto settantiano, pantaloni variopinti a zampa d’elefante, camicia larga, gilet di pelle e cappellaccio calato sulla fronte, capello lungo (molto), barba incolta e sigaretta, un improbabile incrocio fra Slash per l’acconciatura, Hendrix per l’abbigliamento e l’indimenticabile Rory Gallagher per lo stile sguaiato.

Folklore a parte come ha attaccato a martoriare la sua steel guitar (detta anche dobro) elettrificata tutti hanno capito che avremmo assistito ad una esibizione ad alto tasso emotivo. Sardinas ha iniziato a cantare di fronte al pubblico senza microfono, ovviamente non si capiva niente di quello che diceva, ma parlava la sua chitarra per lui… feeling, energia, passione, tutto si mescolava e veniva riversato sul pubblico ad ondate successive conquistando tutta l’audience senza riserve. Sardinas ha uno stile “sporco”, viscerale, istintivo, lui non “suona”, ma fa gridare la sua chitarra e sembra ottenere musica dove altri avrebbero partorito solo suoni scomposti. Ovviamente il concerto è stato molto vario e il nostro ha cantato anche al microfono, ma non stava mai fermo, talvolta si piegava fino a terra, ma su tutto regalava emozioni indimenticabili.

Il concerto è stato molto ricco, con il bassista texano doc, che si è esibito in assoli di grande gusto e il batterista, un musicista milanese emigrato negli States per esprimersi al meglio, ha deliziato il pubblico suonando anche la propria pelle, oppure il marmo delle gradinate del duomo. Momenti acustici si sono alternati a quelli elettrici, che comunque hanno prevalso, un vero fiume in piena. Verso la fine del concerto Eric ha fatto segno al servizio d’ordine di lasciar avvicinare la gente e subito in molti si sono riversati ai piedi della gradinata per vivere ancora più intensamente lo spettacolo.

Tante sono le cose che vorrei ancora raccontare, ad esempio sul pubblico che comprendeva giovanissimi e gente che superava la sessantina, in particolare c’era un signore attempato e dall’aspetto molto compassato seduto al mio fianco in compagnia della moglie, che dopo l’inizio dell’esibizione di Sardinas questo ha iniziato a sbracciarsi come un ragazzino e ad un certo punto ha urlato a squarciagola qualcosa del tipo “Eric I wish you well!!!”, mi ha fatto morire!

Per la cronaca devo ammettere però che ho provato un paio di delusioni, la prima è stata quando Eric ha proposto un solo bis e poi perché il concerto è durato poco più di un’ora, ma Sardinas mi ha entusiasmato come pochi sono riusciti a fare, che concerto!

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