Texano di Austin, occhi di ghiaccio, classe ’48, Calvin Russell
è un personaggio che colpisce e lascia un segno. La prima cosa
che sorprende di questo artista è che è spuntato fuori
dal nulla nel 1990 alla tenera età di cinquantadue anni con
un disco che diventa subito un cult. A Crack in Time viene pubblicato
in Francia dalla piccola New Rose e Calvin si impone subito all’attenzione
della stampa che acclama il suo stile sempre in bilico fra rock sudista,
spesso molto hard, ballate folk e tanto torrido blues.
Per me ritrovare Russell è come incontrare un vecchio amico
dopo tanti anni, ho i suoi primi quattro album e ho sempre amato la
sua musica, poi l’ho perso di vista per tutte quelle ragioni
per cui ci si perde di vista nella vita, ma l’emozione che ho
provato nell’inserire il suo nuovo cd nel lettore è la
stessa di allora.
Calvin in questi quindici anni non è cambiato e continua a
proporre le sue storie profondamente americane e cariche di una malinconia
che sa di vita vissuta e Russell di storie ne ha vissute tante, finito
più volte in prigione a causa di una condotta non proprio esemplare
è stato un vero ribelle e la sua musica più che mai
riflette la sua indole. Ecco quindi queste dieci ballate che ora graffiano
ora accarezzano, che ti mettono malinconia e tanta voglia di partire
per un viaggio senza meta. Musica scarna, quasi per assumere un ideale
di povertà come forma di comunicazione, ma la ricchezza è
data dalle emozioni che procura, dal calore che sprigiona, dalla forza
che esprime.
Calvin ama chiamarsi “An outlaw rock and roll soldier”
e penso che di lui non si possa dare definizione più azzeccata,
se cercata la vera faccia dell’America avvicinatevi alla musica
di Russell e inizierete un lungo, lunghissimo viaggio. GB
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