Rock Impressions
 

IL ROCK PSICHEDELICO
Di Massimo Salari (con il contributo di Giancarlo Bolther)


L’ORIGINE

Molti anni sono passati dalla nascita del Rock, più di cinquanta da quando Elvis Presley con la sua chitarra ha sconvolto il panorama musicale con brani scatenati e ballate strappalacrime. Da questo momento in poi, gli eventi si sono susseguiti vertiginosamente e una strepitosa gara di fantasia si scatena fra l’Inghilterra e l’America per diventare il dominatore mondiale del mercato discografico.

Tutto nasce dalla fusione del country con il blues ed è molto interessante andare a riscoprire i classici come Chuck Berry o Bo Diddley, in particolare può riservare delle vere sorprese il blues suonato nell’area della Motor City (Detroit), uno stile già carico di energia e di quella forza espressiva che caratterizzerà il rock più duro degli anni a venire. Ma la risposta inglese non si fa attendere e con i Beatles si apre un’ autostrada da percorrere a perdifiato, ricca di idee innovative. Da essa si dirameranno numerosi percorsi alternativi come il Beat, il Pop, il Rock Progressivo e con il brano “Norwegian Wood” (dei Beatles appunto) anche la Psichedelia, che molti fanno partire con il famoso Sgt Pepper. In realtà il genere ha precise origini americane e più precisamente da San Francisco.


IL TERZO OCCHIO
Nel 1966 il Beat è il genere più in voga, ma alcuni cantanti incominciano a caricarlo di nuovi contenuti, come ad esempio il “poeta” Bob Dylan, che con i testi riesce a visualizzare al meglio la propria musica. “Visualizzare”, questa sarà la chiave di lettura della psichedelia, un genere molto introspettivo e… lisergico. Infatti in questo storico periodo nel mondo del Rock, in particolare tra i Freak, si fa spazio una nuova drammatica realtà: la droga, e la musica viene investita con grande violenza da questa che, senza falsa retorica, può essere definita come la peggiore piaga sociale della fine del secolo scorso.

Gli artisti non si rivolgono alla Cocaina o all’Amfetamina per soggiogare lo sforzo fisico, ma si preferiscono droghe che distorcono la realtà, come l’Hashish e la Marijuana. Queste riescono a far viaggiare l’uomo in meandri mentali mai raggiunti prima, suggerendogli soluzioni nuove e bizzarre, che poi vengono trasferite nella musica. Ma fa la comparsa sul mercato anche una droga che sarà la più usata nell’ambito del Rock Psichedelico: il Dietilamide dell’acido Lisergico più comunemente chiamato LSD o Acido, una droga chimica.

Inizialmente questo proliferare di sostanze porta ad un delirio di onnipotenza creativa, ma nel tempo si rivelerà per quella che è, ossia una vera e propria macchina di morte. Artisti come Morrison (Doors) ed Hendrix trovano la prematura fine proprio per l’eccessivo abuso, mentre altri ne rimangono fortemente colpiti, un esempio su tutti Syd Barrett dei Pink Floyd, ma l’elenco sarebbe troppo triste e lungo.


Nel 1966 molti artisti si radunano fra loro per sperimentare l’unione fra la musica e l’LSD, questi ritrovi prendono il nome di “Acid Tests”. Gli americani Grateful Dead sono fra i più assidui frequentatori.
In alcuni casi questo genere prende il nome di “Acid Rock” e fra i suoi precursori scopriamo gli americani Electric Prunes autori dell’inno dal titolo “I Had Too Much To Dream (Last Night)”.

La rappresentazione visiva di questa musica è importante, tanto quanto i suoni. Maestri di questo status sono proprio i Pink Floyd con i loro spettacolari giochi di luci, di colori distorti e sbrodolanti, che portano lo spettatore ad essere complice involontario dello sballo psichico dell’evento. Alcuni effetti di luce vengono creati anche da un proiettore con un polarizzatore e un analizzatore ottenuto stirando degli anticoncezionali! L’effetto ottenuto è particolarmente affascinante e tenebroso. Altri maestri delle luci sono i Soft Machine.

Anche gli strumenti si adeguano a questo nuovo movimento, ora vengono trattati in maniera differente, più brutale oppure modificati come nel caso della chitarra elettrica con l’aggiunta del distorsore o del Wah Wah. Le copertine dei dischi sono affascinanti, colorate, morbide, immediatamente riconducibili al fenomeno. A volte vengono anche arricchite con dei posters.


IL FENOMENO SI DIFFONDE
Moltissimi sono i complessi che sono coinvolti dal fenomeno della Psichedelia, come nello stesso periodo lo sono anche quelli che propendono verso il Progressive. Alcuni riescono a intrecciare diverse culture sonore in modo interessante, come ad esempio i Byrds di David Crosby con del buon Folk, il Rock ed influenze orientaleggianti. Altri invece trascinano l’ascoltatore in paesaggi psichici più oscuri, come i Velvet Undergound di Lou Reed.

Il fenomeno si protrae fino agli anni ’70 intrecciandosi (a volte anche felicemente) con il Rock Progressivo. In seguito il genere si incontrerà anche con il sound grezzo del Garage Punk (Blues Magoos su tutti) e della neopsichedelia, un primo revival negli anni ottanta con gruppi come Dream Syndicate, Plan 9, Fuzztones e anche gli italiani Birdmen of Alkatrazz e i Boohoos, ma il gruppo più popolare nato da questi movimenti è arrivato fino ad oggi e sono gli americani R.E.M.. Mentre nel prog si possono ricordare gli Ozric Tentacles e i Porcupine Tree.

Oggi c’è un nuovo rifiorire di gruppi, nel pop ci sono i Radiohead, nel prog troviamo gli RPWL e una buona schiera che proviene dallo Stoner a dimostrare che questo stile musicale è ancora capace di stimolare nuove schiere di artisti.


LE DUE FACCE DELLA MEDAGLIA
In definitiva questo movimento ha avuto due facce: da un lato ha dimostrato l’aspetto distruttivo e autolesionista conseguente all’uso di sostanze stupefacenti, che spesso ha portato alla distruzione psicofisica tanti ottimi artisti, ma è stato anche un movimento musicale che ha saputo avvicinarsi come nessun altro, nell’ambito del rock, all’intimo dell’animo umano. I “viaggi” psichedelici sono stati dei “viaggi” nell’io più profondo, nei lati belli e solari, ma anche in quelli oscuri e misteriosi, ovviamente non è ne necessario ne consigliabile ripetere un certo tipo di esperienze, perché il contatto con il proprio io può essere ottenuto in modo molto più sano e soddisfacente, ma questa è la storia del rock, senza falsi perbenismi.


MINIENCICLOPEDIA IN PILLOLE
Analizziamo ora alcuni fra i gruppi più importanti del genere, consigliando i migliori dischi, quelli che sicuramente non devono mancare nello scaffale di chi ama questo ramo del Rock.

Autosalvage- Questo quintetto americano è autore di uno dei dischi più particolari della scena primordiale: “Autosalvage” (RCA-1968). In esso si possono ascoltare melodie strambe, quasi stonate, in un miscuglio fra Progressive, Psichedelia, e Jazz Rock ricolmo di tempi dispari con assolo di chitarra molto acido. Sicuramente un lavoro da prendere con le dovute precauzioni psichiche…

Barrett Syd
- E’ stato il grande trascinatore creativo di uno dei gruppi più importanti della storia: i Pink Floyd. Visionario e geniale Syd lascia ai posteri due dischi veramente belli dal titolo “The Madcap Laughs” (Harvest-1970) e “Barrett” (Harvest-1970).

Beatles- C’è qualche cosa di nuovo che io possa dire su questo quartetto di Liverpool che non sia risaputo? Ovviamente no! Ci troviamo al cospetto della storia, coloro che hanno modificato il significato della parola Musica, sono per il pop ciò che Beethoven è stato per la Classica, un punto di riferimento imprescindibile. “Revolver” (Parlophone-1966) unisce magistralmente le ricerche psichedeliche di Lennon con la melodia orecchiabile di Paul Mc Cartney sforando in capolavori come “Eleanor Rigby” sostenuta solo da violoncelli e dalla voce di Paul.
Ma il vangelo della Psichedelia esce l’anno successivo, colui che muta tutta la musica moderna: “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” Parlophone-1967).
“Lucy In The Sky With Diamonds” è uno dei momenti più alti del disco, ma in esso si possono ascoltare veramente miriadi di soluzioni, dalla musica indiana a rumori, orchestre, Blues, Rock e chi più ne ha più ne metta. Anche la copertina ha fatto la storia, tanto quanto la musica stessa ed un film a cartoni animati scaturirà dal concepimento di questo monolitico disco. Ad onore di cronaca mi fermo con il successivo “Magical Mystery Tour” Parlophone-1967) con l’inno “Strawberry Fields Forever” solo perché ritengo che il periodo Psichedelico più alto del gruppo sia proprio questo, ma gli scarafaggi ci racconteranno altre meravigliose storie nel seguito della loro carriera.

Edgar Broughton Band- Questa band meriterebbe una degna retrospettiva, ma per adesso ci limitiamo a citarli in questo contesto. I loro concerti erano quasi tutti gratuiti e sono diventati celebri nella loro patria, l’Inghilterra, per essere fra i primi artisti “contro”, fortemente politicizzati e assolutamente fuori dagli schemi. Il loro era vero rock di contestazione, lontano da qualsiasi compromesso con il sistema, anche quello discografico. Da avere “Wasa Wasa” (Harvest-1968) e “Sing Brother Sing” (Harvest-1970).

Buckley Tim- Meravigliosa voce mai troppo compianta, vista la sua prematura scomparsa nel giugno del 1975 per overdose. Dolce poeta del Jazz Folk si diletta anche in sperimentazioni visionarie di bellezza cristallina come possiamo ascoltare nei tre capolavori dal titolo “Blue Afternoon” (Straight- 1969), “Lorca” (Elektra-1970) e “Starsailor” (Straight-1969). La discografia prosegue, ovviamente, ma nel contesto questo è ciò che serve. Da ricordare anche la triste scomparsa del figlio Jeff, altro grande artista della chitarra.

Byrds- Dall’America quattro ragazzi capitanati da David Crosby (voce e chitarra) scrivono alcune delle pagine più importanti del genere inventando il Folk Rock. Il seme è interrato nel famoso album “Mr. Tamburine Man” (Columbia 1965), ma è con “Fifth Dimension” Columbia-1966) che i nostri si addentrano a pieno titolo nel mondo della Psichedelia.

Brown Arthur- Curioso personaggio pirotecnico (famoso il suo cappellino incendiabile durante le esibizioni live) pieno d’energia, travolgente e dalla grande voce.
La sua ironia traspare nei lavori, soprattutto in “The Crazy World Of Arthur Brown” (Track-1968) prodotto addirittura da Pete Townshend, lo “sfasciachitarre” dei Who.
Il brano “Spontaneous Apple Creation” è un ottimo esempio di sperimentazione sonora, se dovesse capitarvi a tiro dategli un ascolto. Memorabili anche i suoi trascorsi con i Kingdom Come.

Country Joe & The Fish- Ancora dall’America, con la classica formazione a cinque, ecco un gruppo dalla predilezione per i testi satirico-politici. Per San Francisco sono uno dei complessi più importanti del momento, il loro sound è un Folk acido mai banale.
Due sono i dischi interessanti fatti in studio, più un live rispolverato davvero bello: “Electric Music For The Mind And Boby” (Vanguard-1967), “I Feel Like I’m Fixin’To Die” (Vanguard-1967) e “Live! Fillmore West 1969” (Vanguard-1994).

Creation- Con un chitarrista (Eddie Philips) che ricorda molto quello degli Who per il suo modo irruente di suonare lo strumento ed un look che li richiama a sua volta, questo quartetto inglese si presenta all’attenzione dell’ascoltatore grazie alle tendenze mod Beat.
“We Are Paintermen” (Hit-Ton-1967) e “Best Of The Creation” (Pop-1968) sono i lavori più interessanti, ma di non facile reperibilità. Oggi possiamo trovarli più facilmente grazie alla raccolta della Demon dal titolo “Our Music Is Red With Purple Flashes” (1998).

Deviants- Ecco cosa si intende per Freak, questi ragazzi inglesi incarnano a pieno il significato del termine. Gruppo Undergound di fondamentale importanza, anche per certe visioni Punk future e non solo, con i loro proclami anarchico- sovversivi e certe ricercatezze sonore quasi rumoriste. Famosa anche la copertina di “Ptooff!” (Underground Impresarios-1967), vero e proprio manifesto della popolazione Freak. Farneticanti.

Donovan- La dolcezza, i profumi ed i colori degli anni ’60 si rispecchiano nei dischi di questo bravo artista scozzese. Poetico, melodico, moderatamente psichedelico,sembra quasi dovesse ricoprire il ruolo di Bob Dylan inglese. “Sunshine Superman” (Epic-1966) e “Yellow Yellow” (Epic-1966) sono due dischi davvero importanti infarciti di Folk Rock capace di scavare dentro il nostro “io”. Delicati affreschi sonori prettamente da figli dei fiori che possono far piacere a molti di voi nostalgici dei tempi che furono.

Doors- Il mito di Jim Morrison non conosce il tramonto. La sua tragica e prematura scomparsa ha contribuito ad esaltare un gruppo che molto ha saputo stupire nel campo Psichedelico, soprattutto con i suoi primi due lavori. I Doors si formano nel 1965 e sono molto attaccati al Rock’n Blues. Il nome viene estrapolato dalle opere di William Blake e Aldous Huxley dal titolo “alle Porte Della Percezione”, nome che sposa in pieno la loro causa psichedelica. Innumerevoli sono i brani famosi del quartetto americano, così come le comparse in alta classifica delle charts. Chi non conosce “Light My Fire”, “People Are Strange”, “The End”, “Break On Through” o “Hello I Love You”? Se siete fra i pochi potete rimediare ascoltando i primi due fondamentali Lp dal titolo “The Doors” (Elektra-1967) e “Strange Days” (Elektra-1967). Ancora una volta siamo al cospetto della storia!

Dream Syndicate- Steve Wynn, negli anni ’80 riporta il Rock Psichedelico all’attenzione del pubblico in America dopo un lungo stop del genere. Il suono cupo dettato dalle acide chitarre colpisce come un pugno allo stomaco. I dischi da ascoltare sono “The Dream Syndicate” (Down There-1982), “The Days Of Wine And Roses” (Ruby-1983) e “Medicine Show” (A&M-1984) per entrare correttamente nel loro mondo psichedelico e chissà non possa nascere un nuovo amore…

Electric Prunes- Come ho gia detto nella prefazione storica, questo quartetto di Seattle è precursore dell’Acid-Rock. Ma altri suoni fuoriescono dai solchi dei loro dischi, anche del pop e del Garage Punk. Due sono i vinili di grande importanza, “The Electric Prunes” (Reprise-1967) ed “Underground” (Reprise-1967). In alcuni frangenti possono essere accostati anche al primordiale Rock Progressivo. La canzone “I Had Too Much To Dream” apre anche la famosa raccolta testo psichedelica “Nuggets” del 1972, questo per comprendere meglio il fenomeno con cui abbiamo a che fare.

Fleshtones- Rappresentanti del Garage Punk dei primi anni ’80 questi Newyorkesi miscelano felicemente Rock’n Blues con la Psichedelia più prorompente, lasciandoci come testimonianza numerosi validi dischi. Fra i titoli più importanti citiamo “Roman Gods” (IRS-1981), “Hexbreaker” (IBS-1982) e “Return To Hitsburg” (Telstar-1999).

Grateful Dead- Fondamentali! Il gruppo del carismatico chitarrista Jerry Garcia è uno dei più sperimentali che ci sia in circolazione in America, anche se parecchia dell’ ispirazione deriva dall’uso incondizionato dell’LSD. Sette sono i componenti, due chitarre, due tastiere, due batterie ed un basso. La formula canzone viene letteralmente stravolta dal gruppo, dilaniandola con lunghe improvvisazioni strumentali, vere fughe incontrollate soprattutto in sede live. Bellissime le interminabili cavalcate chitarristiche. Ovviamente la discografia dei Grateful Dead, essendo un gruppo longevo, è molto grande, di conseguenza i dischi segnalati sono solo quelli più interessanti in ambito psichedelico:
“Grateful Dead” (Warner Bros-1967), “Anthem Of The Sun” (Warner Bros-1968), “Aoxomoxoa” (Warner Bros-1969) ed il live “Live Dead” (Warner Bros-1969).

Hawkwind- Sono ricordati per aver inventato lo “space rock”, ma le loro partiture estremamente dilatate ed oniriche sono assolutamente psichedeliche, sono anche la formazione più longeva del movimento, nel suo ramo inglese, comunque l’unica che è riuscita a continuare il discorso al di la di mode e tempi, perché dove tutte le altre sono cambiate evolvendosi o semplicemente adeguandosi al mutare dei tempi, loro hanno proseguito il loro cammino dimostrando una granitica coesione artistica. Leaders del movimento hippie inglese erano portabandiera dei concerti alternativi con abbondante propaganda del verbo psichedelico. I loro lavori più psych sono i primi anche se non sono quelli più belli della loro sterminata discografia. “In Search Of Space” (United Artist-1971).

Jimi Hendrix- Prendendo come citazione un titolo dei Nice potrei dire “Ars Longa, Vita Brevis”! Questo enorme talento chitarristico, nella sua breve vita ha sconvolto il significato della parola Rock. Il Blues viene distorto dalle chitarre Heavy, infatti Jimi ha un rapporto decisamente fisico con lo strumento. Riesce a portare in estremo anche quello che Pete Townshend (The Who) riserva alle sue chitarre alla fine dei propri concerti: la distruzione. Jimi fa di più… le brucia! Ovviamente non è per questo che il nostro viene ricordato nella storia, ma per i suoi spettacoli pirotecnici e per l’innovazione stilistica che apporta al Rock Psichedelico. Sarà la droga (LSD ancora protagonista, ma non solo….) a portarcelo via lasciandoci un immane vuoto ed un grande dubbio, che cosa potrebbe essere oggi la musica Rock se avesse potuto proseguire la sua maturazione artistica? Che cosa ascolteremmo? Purtroppo non lo sapremo mai, ma una cosa è certa, lui è un punto di riferimento per molti altri grandi artisti a venire, un nome su tutti? S.R. Vaghuan .
Mi viene da consigliare la bella raccolta di 4 cd “The Jimi Hendrix Experience” (MCA-2000), ma per il vero collezionista indico “Are You Experienced?” (Track-1967), “Axis: Bold As Love” (Track-1967) e “Electric Ladyland” (Track-1968).

High Tide- Sono semplicemente la più grande band di progressive psichedelico, senza voler togliere nulla a tutte le altre formazioni qui presentate. Gli High Tide sono certamente il gruppo più originale anche se non hanno raccolto in base ai loro effettivi meriti artistici. I loro due album sono due gioielli assoluti: “Sea Shanties” (Liberty-1969) e “High Tide” (Liberty-1970).

Incredible String Band- In realtà questo duo scozzese proviene dal Folk inglese, ma la loro voglia di innovare e distaccarsi dalla normalità delle cose li porta a comporre alcuni dei momenti più interessanti del genere. L’Acid Rock propostoci fuoriesce dai solchi di “The 5000 Spirits Or The Layers” (Elektra-1967), buona anche la raccolta “The Chelsea Sessions, 1967” (Pig’s Whisker-1997).

Iron Butterfly- Questi americani sono i precursori dell’Heavy Psichedelia.
Non è che siano autori di chissà quali dischi, ma con un brano solo inventano un genere, questo porta il nome di “In-A-Gadda-Da-Vida”. In effetti saranno autori di altri cinque dischi, ma di valore decisamente più effimero, fino giungere al 1975 con la scissione del gruppo. Per la nostra causa Psichedelica citiamo “Heavy” (Atco-1968) e ovviamente “In-A-Gadda-Da-Vida” (Atco-1968).

Jefferson Airplane- Sempre dall’America ecco un altro complesso fondamentale. Affascinante formazione a sei con tre cantanti, sono il mito della Bay Area. L’importanza storica va ricercata nel comportamento rivoluzionario del complesso, portando gli Hippie allo scontro politico. Nell’estate del 1967 sono fra i più importanti gruppi live insieme ai loro amici Grateful Dead, il 14 Gennaio di quell’anno partecipano ad uno dei più grandi raduni della storia Rock, l’ “Uman Be-In” di San Francisco con ben oltre 20.000 Hippie e Beat (Un antipasto del ben più grande Woodstock del 1969 con la spaventosa cifra di mezzo milione di persone!). Ecco alcune delle loro “Bibbie” della Psichedelica: “Surrealistic Pillow” (RCA-1967), “After Bathing At Baxter’s” (RCA-1967), “Crown Of Creation” (RCA-1968) e “Bless It’s Pointed Little Head” (RCA-1969).

Kaleidoscope- Dalla California ecco uno dei gruppi più strani del contesto. Folk, Country e Rock vengono uniti alla Psichedelia, ma non quella alla Grateful Dead, tanto per intenderci. Tre sono i dischi più belli, “Side Trips” (Epic-1967), “A Beacon From Mars” (Epic-1968) e “ Incredible” (Epic-1969). Non possiamo non sottolineare il fatto che questo quintetto è composto da polistrumentisti, i quali svariano dal Banjo al violino con grande indifferenza. Tutto il loro fascino traspare nelle ricche composizioni.

Kinks- Altro gruppo leader della contestazione e politicamente “scorretto”, potevano essere al posto dei Rolling Stones (non certo dei perfettini Beatles), ma erano “troppo” contro e ne hanno pagato (in termini di successo commerciale) le conseguenze. Con “You Really Got Me” daranno un contributo fondamentale alla storia del rock. Più Beat che psichedelici hanno disseminato i loro lavori di brani interessanti e i loro primi dischi sono tutti consigliati.

Kula Shaker- Moderna formazione inglese inspirata dalla spiritualità indiana. Nelle loro canzoni ascoltiamo anche contaminazioni Pop e in qualche sporadico caso il Reagge. La critica non li accoglie molto bene proprio a causa di un ruffiano suono commerciale, ma nella loro limitata esistenza hanno saputo emozionare moltissimi fans. “K” (Columbia-1996) e “Peasants, Pigs And Astronauts” (Columbia-1999) sono veramente due ottimi dischi.

Litter- Vengono da Minneapolis e il loro primo album “Distortions” (Warick-1967) è un capolavoro di heavy psichedelia, assolutamente da avere, molto buoni anche i successivi due album “$ 100 Fine” (Hexagon-1968) ed “Emerge” (Probe-1969).

Misunderstood- La band in cui militava Tony Hill prima di fondare gli High Tide, i loro brani sono stati pubblicati postumi, ma sono molto importanti per capire come si sarebbe evoluto il sound del rock a venire. Dei veri pionieri.

Ozric Tentacles- Questi sono i moderni Grateful Dead! Nascono nei primi anni ’80 e diventano subito gruppo di culto nell’underground inglese. Nel loro Freak Rock riscontriamo anche influenze Hawkwind e nei loro brani completamente strumentali godiamo anche di sonorità etniche. La loro discografia è ampia e tutta consigliabile, cosa citare? Forse due dischi su tutti sono “Pungent Effulgent” (Demi Monde- 1989) e la mastodontica raccolta di sei cd “Vitamin Enhanced” (Dovetail-1993).

Pink Floyd- E’ stato detto di tutto su questo storico quartetto inglese, i record di permanenza nelle classifiche, i faraonici Light Show, i continui litigi interni e il famosissimo film “The Wall”, ma non basta mai per indicarne l’effettiva importanza che hanno avuto per il panorama Rock mondiale. Ovviamente il periodo creativo Psichedelico è quello più legato agli inizi della carriera, con un Syd Barrett ispirato soprattutto dall’uso smoderato dell’LSD. Gli album che hanno venduto di più sono “The Dark Side Of The Moon” , “Wish You Were Here” e “The Wall”, ma per quello che riguarda il nostro contesto dobbiamo acquistare “The Piper At The Gates Of Dawn” (Columbia-1967), “A Saucerful Of Secrets” (Columbia-1968), “More” (Columbia-1969), “Ummagumma” (Harvest-1969) e “Relics” (Harvest-1971). La loro musica riempie l’ambiente di colori e ci trascina in un mondo fantastico mai immaginato prima.

Porcupine Tree- I nuovi Pink Floyd. La scheda si concluderebbe semplicemente così, ma non posso esimermi dal sottolineare l’evoluzione stilistica del gruppo del leader e produttore Steve Wilson. Durante l’evoluzione si passa dalla Psichedelica più pura per entrare in seguito nel Progressive e nel Metal senza mai dimenticare le origini ,ovviamente tutto sotto le schitarrate pinkfloidyane di Steve. La discografia è tutta consigliabile, ma per le anime più lisergiche consiglio “On The Sunday Of Life” (Delirium-1992), “Up The Downstairs” (Delirium-1994), “Signify” (Delirium-1997), “Stupid Dream” (K-Scope-1999), “Lightbulb Sun” (K-Scope-2000), “Recordings” (K-Scope-2001) e “In Absentia” (Lava-2002).

Quicksilver Messenger Service- In questo caso ci ritroviamo al cospetto di un’altra grande band di Acid Rock. Malgrado la sua tardiva apparizione negli scaffali dei negozi di dischi non possiamo rimarcarne l’importanza dovuta soprattutto alle meravigliose cavalcate chitarristiche di John Cipollina e Gary Duncan. Dino Valenti, uno dei fondatori del combo, passa svariati anni in carcere per detenzione di Marijuana, ed il gruppo gli dedica il loro primo epico lavoro dal titolo “Quicksilver Messenger Service” (Capitol-1968). Ma il massimo dell’ispirazione viene raggiunto nel successivo “Happy Trails” (Capitol-1969), mitica l’intera facciata del disco dal titolo “Who Do You Love”. In seguito faranno altri buoni dischi, ma d’ importanza storica trascurabile.

R.E.M.- Sono i più rappresentativi fra i gruppi moderni del panorama in questione, anche se non ne sono mai entrati a farne parte a pieno titolo. Paladini di un Rock chitarristico, con i loro primi lavori fanno proseliti. Nella loro grande discografia estrapoliamo i tre più Psichedelici: “Reckoning” (IRS-1984), “Lifes Rich Pageant” (IRS-1987) e “Document” (IRS-1987).

Rolling Stones- Antagonisti dei Beatles, sono poco legati alla Psichedelica e più vicini al Rock vero e proprio, ma un disco è molto vicino al genere trattato, forse per emulare proprio i Beatles: “Their Satanic Majesties Request” (decca-1967). Dopo di questo la loro strada cambia radicalmente. Più che altro è una curiosità…

Soft Machine- Nel Rock Inglese questo è uno dei complessi più dotati tecnicamente, la loro musica spazia dal Jazz al Progressive ispirandosi anche a correnti artistiche quali il Dadaismo ed il futurismo. Il batterista Robert Wyatt è uno dei personaggi più importanti del genere, la loro musica è un vortice di emozioni, ma sicuramente di non facile presa, molta critica di allora la trova ostica. Da avere “The Soft Machine” (Probe-1968) e “The Soft Machine Volume Two” (Probe-1969).

Spirit- In bilico fra Progressive e Psichedelia, gli Spirit sono uno dei complessi fra più versatili della scena americana. Arrangiamenti orchestrali, Jazz, Pop, Rock e Blues fanno di questo quintetto un mito per la carta stampata di allora. Il chitarrista cantante Randy California muore purtroppo nel 1997 alle isole Hawaii. C’è musica per le orecchie più sopraffine nei due dischi d’esordio dal titolo “Spirit” (Ode-1968) e “The Family That Plats Together” (Ode-1969).

Stooges- Se la psichedelia è stata per lo più suadente e melliflua, penso alle lunge improvvisazioni solari di Jerry Garcia, c’è stata anche una forma di rock psichedelico molto brutale e violento e il gruppo di Iggy Pop ne ha incarnato l’aspetto più viscerale, non meno importanti sono stati anche gli MC5 e certi Blue Cheer. Non tutti sanno infatti che la band inizialmente si chiamava proprio Psichedelic Stooges. Il gruppo ha stravolto il rock con il suo suono acido e disperato, ma proprio l’abbondante uso di droghe ha minato l’esistenza di una band votata al successo e la fine arriva molto presto. Il più psichedelico dei loro tre album è “Fun House” (Elektra-1970)

13th Floor Elevators- Inventori dell’ Electric-Jung, (suono di un soffio nel collo di una bottiglia vuota ma elettrificato) sono l’ennesimo gruppo americano che non nasconde il fatto di comporre musica sotto effetto di stupefacenti. Brani lisergici, ovviamente, mai scontati, soprattutto nei due capolavori dal titolo “The Psychedelic Sounds Of The 13th Floor Elevators” (International Artist-1966) e “Easter Everywhere” (International Artist-1967). Nel primo possiamo ascoltare grandi richiami a Chuck Berry, mentre nel secondo una sperimentazione più marcata e riferimenti a Dylan, specialmente nell’uso dei testi.

Traffic- Anche con questo combo inglese ci troviamo a cavallo con il Progressive. Il gruppo di Stevie Winwood è molto legato al periodo dei “Figli dei fiori” ed il loro disco d’esordio contiene anche buona Psichedelica. Veramente bello “Mr. Fantasy” (Island-1967) con canzoni che il tempo non ha saputo scalfire, ovviamente la loro carriera in seguito sarà soddisfacente, ma non più riconducibile a questi episodi che rimangono una gemma a parte.

Velvet Underground- Questo è il famoso gruppo del bravo cantante e chitarrista Lou Reed e di John Cale, chi non ne ha sentito parlare almeno una volta? Stiamo parlando ovviamente di un altro gruppo di fondamentale importanza storico-musicale. La loro bravura sta nell’aver miscelato atmosfere oscure, malsane con momenti Psichedelici più chiari. Il loro ascolto procura una sensazione di scomodità psichica, quasi di disagio mentale, ma ricco di sfumature emozionali. Il tempo renderà loro gloria, perché allora furono stranamente trascurati, sia dal pubblico che dalla stampa di settore. Misteri del Rock…. “The Velvet Underground & Nico” (Verve-1967) resta il loro testamento
Psichedelico.

Alcune gemme “minori”, ma di altissimo valore di heavy psichedelia sono:
Day Blindness “Day Blindness”
Hard Meat “Hard Meat”
Horse “Horse”
Human Beast “Volume One”
Josefus “Dead Man”
Morly Grey “The Only Truth”

Concludo questa carrellata di nomi e di dischi scommettendo su di un gruppo del nuovo millennio: gli RPWL. Questi quattro ragazzi tedeschi sono la nuova promessa che consiglio a tutti gli amanti del genere trattato, soprattutto a chi ama i Pink Floyd.

Quando siamo stanchi dopo una giornata di duro lavoro o di studio che sia, lasciamoci qualche volta trasportare dal mondo fantastico e colorato della Psichedelica e chissà che la nostra psiche non ci possa guadagnare…

Salari Massimo e Giancarlo Bolther

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