Attenzione! I due album di cui ci accingiamo a parlare sono usciti
esclusivamente in edizione limitata ed in vinile e sono ordinabili
via mail direttamente alla casa discografica Psych-Out info@psychout.it
… Questa informazione preliminare è essenziale per entrare
nel clima di questa nuova doppia uscita che vede coinvolto il cantautore
milanese, recentemente tornato in piena attività dopo un lungo
(apparente) silenzio: questi “frammenti di passato” infatti,
palpitanti ed eccitanti da un punto di vista artistico, davvero sembrano
per altri versi reliquie di un passato polveroso e lontano, da preservare
con cura e affetto. Non aspettatevi registrazioni nitide e cristalline,
e preparatevi piuttosto ad immergervi realmente nelle atmosfere, creative,
entusiastiche, vitali, ma anche ingenue e controverse, delle situazioni
live degli anni ’70… Ad ulteriore riprova del fatto che
quello che si schiuderà ai vostri orecchi sarà un universo
veramente distante dai riti dell’intrattenimento odierno, la
gran parte del materiale finito su questi vinili è completamente
inedito: spezzoni di brani, improvvisazioni, canzoni mai ascoltate,
proposte allora con l’idea che al pubblico si dovesse sempre
offrire qualcosa di nuovo (…provate adesso a dire a Vasco Rossi
di non cantare “Vita Spericolata” in concerto…).
Noi, a distanza di tanti anni, ringraziamo tanto rispetto e tanta
generosità, e cogliamo ancora una volta le tante sfaccettature
di Rocchi: dal visionario cantautore intimista dei concerti tra il
’73 e il ’74, in uno dei momenti forse più fertili
della sua carriera, al, più desueto, musico socialmente impegnato
(ed arrabbiato) di un concerto a sostegno dei Radicali del ’75,
una propensione “politica” che solo oggi sembra riemergere
dopo tanti anni (indicativi sono alcuni brani del suo recentissimo
“come back” album “In Alto”). Un discorso
a parte lo merita la performance “Mirage”, datata 1976,
che documenta in maniera brillante il periodo “elettronico”
dell’autore, sfociato nel bellissimo lavoro discografico “Suoni
di frontiera”. Proprio perché affascinato da quell’album,
“Mirage” rappresente a mio avviso un utilissimo complemento
alle atmosfere alienate, robotiche, eppure caldissime della ipotesi
sperimentale di Rocchi. Favorite da una qualità di registrazione
migliore, questi documenti live del ’76, potrebbero davvero
essere un “highlight” perduto della carriera di Rocchi,
il cui enorme archivio di inediti, sembra esser sempre foriero di
grandi sorprese! AC
Per entrare meglio nei mondi di queste lontane incisioni abbiamo brevemente
intervistato Rocchi che così ci ha gentilmente risposto: 2012
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