Rock Impressions

Alberto Rigoni - Something Different ALBERTO RIGONI - Something Different
Lion Music
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Virtuoso
Support: CD - 2008


In giro non ci sono molti dischi di bassisti virtuosi, del resto non ci sono nemmeno tanti bassisti in grado di realizzare un album intero di musica loro, poi se ci pensiamo ci vengono in mente solo nomi altisonanti tipo quelli di Sheehan, Hamm o Coven. La sorpresa quindi è stata parecchia quando mi son visto recapitare questo lavoro tutto italiano del bassista Alberto Rigoni (insieme a Liverani nel nuovo progetto Twinspirits). Lo hanno aiutato nella realizzazione di questo disco il chitarrista Tommy Ermolli in tre traccie, Daniele Gottardo sempre alla chitarra in una, il tastierista Lorenzo Nizzolini un paio di singer citati in seguito ed Enrico Buttol e Marco Torchia alla batteria campionata.

Si parte con “The Factory, retta da un giro di basso molto fusion, che ricorda i primi dischi solisti del grande Stuart Hamm, ma Rigoni esprime delle soluzioni armoniche molto solari e personali, quindi ritengo l’accostamento un’indicazione di massima, poi verso la fine i suoni si fanno sperimentali e più intriganti. “Trying to Forget” è una piece morbida e rilassante, Alberto ha anche un’anima romantica e sensibile e qui la mostra, ma che tecnica! “Glory of Life” è più prog rock, con dei tempi complessi, si possono riscontrare delle vicinanze anche con Liquid Tension Experiment e Drem Theater, ma come detto prima Rigoni apporta una solarità tutta italica, una gioia di vivere che viene bene evidenziata anche col titolo del brano. “SMS” è l’occasione per divertirsi col suo basso a sei corde, un brano fusion ricco di feeling, penalizzato solo dalla batteria campionata, sarebbe stato tutta un’altra cosa con un suono più “real”. Il divertimento continua con la sensuale “Bassex”, la prima piece cantata dalla voce voluttuosa di Irene Ermolli. La breve “One Moment Before” ci riporta ad atmosfere rilassate e intimiste, ma queste sono quelle dove Alberto ci fa ascoltare i passaggi migliori. “Roller Coaster” è un momento metallico, in fondo Rigoni il metal lo conosce, un brano acido che ricorda certe cattiverie di Sheehan, discrete anche le soluzioni vocali di Daniele Conte, potente il lavoro di Tommy alla chitarra e molto calde sono le parti di basso. “Desert Break” sperimenta con delle sonorità etniche, ma mi sembra un po’ incompiuto. “Jammin’ on Vocal Drums” è l’occasione per Alberto di mostrare tutta la sua abilità tecnica e ne ha davvero tanta, ma non spaventatevi è anche piacevole da ascoltare. L’album finisce con “Sweet Tears”, che mantiene ciò che promette.

In sostanza l’album di Rigoni è un must per tutti gli appassionati di basso, ma è anche molto piacevole da ascoltare, non è molto lungo, i dieci brani occupano poco meno di trentasei minuti, ma sono tutti spesi molto bene, l’unico difetto è l’uso della batteria elettronica, io non sono contrario in toto alla batteria campionata, ma nel genere suonato da Rigoni secondo me non ci sta molto bene, per il resto il disco è davvero ottimo. Complimenti Alberto! GB

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