I
Redemption si formano a Los Angeles (California) nel 2000 per il volere
del chitarrista e tastierista Nicolas Van Dyk. In questo terzo disco
si lascia accompagnare da artisti di rango, come ad esempio il cantante
dei Fates Warning, Ray Alder, qui perfettamente a suo agio.
Il Prog Metal a cui ci accingiamo ad ascoltare è di buona fattura,
non molto innovativo per la verità, ma sinfonico ed espressivo
al punto giusto.
Perfetto epiteto è l’iniziale “The Suffocating
Silence”, aggressiva quanto basta con tanto di passaggi proprio
come piacciono agli estimatori del genere. Chi ascolta questa musica,
sa già meglio di me che il buon settanta percento dei gruppi
in analisi si rifanno alle sonorità Dream Theater ed i Redemption
non sono da meno, ma in compenso godono di ottima personalità.
La tecnica a disposizione è elevata, certamente sopra la media
di tanti altri, mentre il songwriting a tratti lascia a desiderare.
Il suono è pulito e buoni sono i piccoli ma indovinati interventi
tastieristici, a dimostrazione di un saggio dosaggio d’arrangiamento.
“Bleed Me Dry” non grida al miracolo , malgrado ciò
si lascia ascoltare con grande piacere, sette minuti davvero adrenalinici.
Le chitarre, in “The Death Of Faith & Reason” sembrano
che stiano segando un profilato di ferro, uno dei momenti più
duri del disco, ma quando meno te lo aspetti ecco il pezzo da urlo:
“Memory”. Nei suoi dieci minuti c’è veramente
tanto puro Metal Prog, molto vicino ai Symphony X più ispirati.
Sono con brani come questi che un genere non morirà mai. “The
Origins Of Ruin” tocca l’anima, breve, ma intensa, una
sorta di mini “Space Dye West” atta a farci rifiatare.
Questa ci porta diritti nelle fauci di “Man Of Glass”,
altra prova sopra le righe di Ray Alder. La ritmica è affidata
al duo Sean Andrews (basso) e Chris Quirartre (batteria), mentre la
seconda chitarra è quella di Bernie Versailles. “Blind
My Eyes” è nella media del prodotto, non “Used
To Be” troppo stereotipata e priva di acuti degni di menzione.
Chiude la fatica “Fall On You”, dieci minuti di ottimo
Prog Metal perfettamente confezionato.
In definitiva con “Origins Of Ruin” siamo in possesso
di una buona manciata di brani, preda indifesa degli estimatori del
genere, ai quali sono sicuro non resterà difficile la cattura.
MS
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