Questa
nuova formazione venezuelana accasatasi alla prestigiosa Musea si
presenta con un album in bilico fra pasato e presente, la tradizione
prog viene ammodernata senza aggiungere particolari innovazioni.
In questo senso gli Rc2 hanno ben poco da offrire per chi cerca soluzioni
nuove e intriganti, le loro canzoni sono candidamente ingenue, hanno
anche una certa sincera spontaneità che rendono il lavoro piacevole,
ma molto più simile al buon prodotto di un bravo cantautore,
che non ad capolavoro del progressive.
Questi capaci musicisti insieme ad una voce molto melodica, anche
se un po' anonima, fanno la loro bella figura senza impressionare,
gli ingredienti sono più o meno gli stessi di sempre: tastiere
onnipresenti, chitarre a volte discrete altre volte taglienti e una
sezione ritmica sufficientemente dinamica. Dieci titoli fra cui spiccano
"Joroprog", il delicato arpeggio di "RM", la dinamica
"Fria", che è un brano piuttosto lungo e strutturato,
rovinato un po' dal coretto centrale, l'agressiva "Gira la Tierra"
e poco altro.
Questa band deve ancora crescere, forse non arriverà mai ai
vertici del prog, ma almeno potrà produrre dei lavori meritevoli.
GB
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