Rock Impressions

Raster meets Vlastur - The Dub  Club RASTER meets VLASTUR - The Dub Club
Big Up
Distribuzione italiana: Lunatik
Genere: Rock Steady
Support: CD - 2014


Nati attorno al 2000 i Raster pubblicano il loro settimo album all’insegna del Rock Steady con metà album riarrangiato in stile dub da Vlastur, nel suo genere artista di calibro internazionale. La band ha all’attivo circa settecento concerti in tutta Europa e hanno collaborato con membri degli Africa Unite, Almanegretta e altri ancora. I Raster propongono canzoni melodiche cantate in italiano con strofe facili da assimilare, la musica si muove invece fra elettronica, pop ricercato e sensuali ritmi giamaicani. Il risultato finale è intrigante. Per chi non lo sapesse il termine Dub deriva da Double che indica una seconda versione dello stesso brano. Moda nata in Giamaica e prevede la dominanza di basso e batteria (drum & bass) al posto degli altri strumenti.

Il primo brano “Se” è una canzone in stile reggae dominata da suoni moderni e vagamente sperimentali, il testo parla del rapporto fra due persone, l’analisi è piuttosto scanzonata e funzionale al pezzo, che risulta simpatico e disimpegnato, la versione dub è abbastanza oscura, rallentata, manca il cantato e per certi versi mi piace di più. “Londra” alza il tiro con un testo più impegnato incentrato su problemi sociali, anche se lo stile ironico della band lo rende leggero, il brano è elettronico con suoni orientali, la versione dub in questo caso è più light e recupera l’andamento ondeggiante del brano precedente, in questo caso preferisco la prima versione. “My House” è cantata in inglese e la pronuncia non mi convince, il pezzo non so bene perché ma mi ricorda i Righeira e il pop elettronico di metà anni ottanta, la versione dub e sperimentale e la trovo più interessante. “Dubbi” è una canzone più ricercata a livello musicale, con un testo un po’ più profondo dei precedenti, la versione dub mi ha invece lasciato indifferente. “Ferelta” gioca ancora la carta dell’ironia, ipotizzando un’invasione aliena, la base elettronica rende tutto molto plastificato e ancora una volta molto scanzonato, in fondo il gruppo risulta anche divertente, la versione dub non cambia molto le sorti del pezzo, lo rende solo un po’ più sperimentale.

I Raster hanno delle buone potenzialità, la loro ironia è simpatica, anche se non mi sembra così pungente come si vorrebbe, da un punto di vista musicale la loro proposta è più complessa di quello che si potrebbe pensare ad un ascolto affrettato, però ci sono esempi di spessore decisamente più elevato, in fondo è musica di intrattenimento e in questo senso è ottima, diverte e fa sorridere. Le versioni dub sono spesso più intriganti dei brani originali, però non le ho trovate sufficientemente creative, sono convinto che ci si poteva lavorare di più. GB

Sito Web


Flash Forward Magazine

Indietro a Ultime Recensioni


Indietro alla sezione R

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Art | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |