Dodici anni e nove dischi sono un traguardo davvero considerevole per una band fuori dagli schemi come questi Rajna, un gruppo che abbiamo già incontrato in varie occasioni e che ci ha sempre colpito per la carica estetico spirituale della propria musica. Qualche volta la band ha introdotto strumenti moderni, ma spesso ha cercato di recuperare sonorità acustiche tradizionali, come ha fatto in particolare per questo nuovo album che si ispira alla tradizione musicale greca e turca in particolare, quindi l’area di azione è il Mediterraneo.

Fin dall’artwork di questo cd si respira aria di classicità, le figure in copertina non possono non richiamare subito le sculture della Grecia antica e i suoni di questo album sono tutti tesi a recuperare magiche armonie senza tempo, che saporano di mare e di antichi miti. Le dieci composizioni proposte dal duo dei fratelli Fabrice e Jeanne Lefebvre sono da considerare come un unicum, non ha senso un analisi singola, perché i contenuti puramente musicali sono solo una parte, nemmeno tanto importante, di questo lavoro. Quello che conta maggiormente è lasciarsi trasportare dall’aura misteriosa di questi musicisti, che ci guidano in un mondo etereo molto incantevole. La musica è da assaporare lentamente, anche nei brani più ritmati, con ripetuti ascolti, perché ogni volta si avrà modo di scoprire nuovi particolari sfuggiti nell’ascolto precedente. Tante sono le suggestioni che scaturiscono dai solchi di questo album.

Per un rockettaro come me è bello scoprire di potersi emozionare con musica acustica come queste e vi confesso che mi sono perso nelle spire avvolgenti di questa musica molto teatrale. I Rajna col tempo hanno acquisito una notevole maturità e questo disco ne è la conferma più gradita. GB

Altre recensioni: The Door of Serenity; Hidden Temple; Otherwise

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