Rock Impressions

Q.Age - Stop the Clocks Q.AGE - Stop the Clocks
TT7
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2013


Siamo al secondo album per questo trio multinazionale di cui non ho notizie precise, anche la bio è piuttosto avara in questo senso, pertanto mi limito a segnalare che il gruppo sta portando avanti il progetto di realizzare una quadrilogia (menomale che non sono sempre “trilogie”!!!), l’idea base sembra essere quella di rappresentare la capacità di prendere possesso della propria vita e in questo cammino Stop the Clocks vuole farci riflettere sull’energia che possiamo far emergere in un periodo in cui tutto attorno a noi sta crollando, un messaggio decisamente positivo in un periodo dove dilaga il pessimismo. La base musicale è un prog metal molto personale ed energico, difficile da incanalare in qualcosa di già ascoltato, il sound della band è moderno, con una buona dose di melodia.

Si parte col ritmo serrato di “Still I’m Sad”, i suoni sono ruvidi, nervosi, quasi dissonanti e il primo impatto non è dei migliori, ci sono anche degli intrecci ritmici che non scorrono come dovrebbero e l’avvio pare tutto in salita, anche se il sound è decisamente personale e questo piace. “Freedom of a 1000 Miles” è costruita su un drumming tribale, mentre il cantato segue una melodia ancora una volta caratteristica, non è un pezzo che spicca, ma ha un suo perché. “I Live” è spiritata, quasi dark, piace, ma è un po’ troppo breve. “Seven Clicks Away” è dominata da suoni elettronici, molto moderni, molto trance o se preferite trip-hop, non c’entra nulla col resto del repertorio, ma piace la voglia di sperimentare. “Stand Up” è una power song dal ritornello ruffiano, ottima per scatenare il pubblico dal vivo. Bella la power ballad “Mountains”, epica e con un buon pathos. “Your Man” è uno dei pezzi che mi sono piaciuti di più, contiene tutti i tratti distintivi di questo gruppo, linee melodiche complesse e accattivanti, un sound distintivo e la giusta dose di rabbia. Molto riuscita anche la title track, un’altra power ballad, la seconda parte del cd si sta rivelando decisamente migliore e questo fin verso la fine del cd, solo l’ultimo brano “Verona” mi è parso un calo, per il resto è stato un buon crescendo.

Ci sono dei margini di miglioramento, ma questa band sembra avere la personalità per lasciare un segno nel panorama del prog metal, un genere che non sembrava avere ancora molti sbocchi. GB

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