| INTERVISTA 
            A JOHN SCHLITT DEI PETRA  (versione 
            inglese)di Giancarlo Bolther
 
 
 Questa, a detta di John, è la 
            prima intervista che ha rilasciato ad un giornalista italiano. Per 
            noi è stato un motivo di particolare orgoglio e soddisfazione, 
            ma al tempo stesso ha segnato l'inizio di molte incomprensioni con 
            Flash, infatti l'intervista doveva andare prima sul giornale, ma con 
            mio grande dispiacere non è mai stata pubblicata. Quindi per 
            me al tempo stesso è stata anche una delle ragioni per cui 
            ho passato un sacco di tempo a chiedermi se continuare o meno a scrivere 
            di musica... un po' di disillusioni mandate giù e un po' di 
            rimpianti. Ma soprattutto un grazie di cuore a John!
 Giancarlo
 
 
 Chi 
            era John Schlitt prima di diventare il cantante dei Petra e quanto 
            è cambiata la tua vita da quando sei entrato nel gruppo?
 Negli anni settanta, per circa sette anni, sono stato il 
            cantante di una rock band secolare chiamata Head East, poi sono diventato 
            cristiano e ho abbandonato il music business e per circa cinque anni 
            ho fatto l’ingegnere minerario e il manager contabile. Poi ho 
            fatto parte dei Petra per i restanti vent’anni e per me è 
            stata un’avventura entusiasmante. Ho viaggiato per tutto il 
            mondo, ho amato quello che ho fatto e ho visto realizzarsi un sacco 
            di fantastici cambiamenti positivi.
 
 Che ricordi hai del periodo in cui hai militato negli Head 
            East?
 Le masse di persone. Suonare di fronte a grandi folle, guardarli 
            mentre si divertivano ascoltando la nostra musica e apprezzavano il 
            nostro spettacolo. È una cosa che mi è sempre piaciuta 
            molto.
 
 Quando e perché hai sentito il bisogno di suonare musica 
            Cristiana?
 Quando sono diventato cristiano e ho scoperto i Petra, ho 
            capito che il rock Cristiano era veramente uno strumento prezioso 
            e penso sia stato proprio allora che ho capito che volevo fare questo 
            tipo di musica. Quando si è presentata l’opportunità, 
            per me è stato molto facile prendere la decisione di unirmi 
            ai Petra.
 
 Com’è avvenuta la tua conversione?
 È arrivata attraverso mia moglie e molte preghiere, 
            che sono state fatte nella piccola chiesa da cui provengo.
 
 Cosa ti ha dato e come è cambiata la tua vita?
 Mi ha dato un punto di vista completamente nuovo sulla vita.
 
 A volte è veramente duro seguire Gesù, a volte 
            non si comprende cosa bisogna fare. Mi puoi parlare delle tue difficoltà 
            ad essere cristiano?
 È vero, a volte può essere difficile. È 
            sempre difficile quando ti dedichi a qualcosa con impegno. Niente 
            è mai perfetto e ci sono molte aspettative nell’essere 
            cristiani, questo a volte genera profonde disillusioni.
 All’inizio, quando sono diventato cristiano, credevo che tutti 
            quelli che si chiamavano cristiani fossero delle persone perfette. 
            Ma non lo erano. Siamo semplicemente umani. Ho scoperto che ero umano 
            e che potevo fare degli errori. Ma la cosa più chiara di questo, 
            la cosa migliore di questo è che sappiamo che abbiamo sempre 
            una seconda possibilità, grazie a Gesù Cristo. È 
            molto importante tenere sempre in mente questa cosa.
 
 Come vivi il tuo rapporto con Dio nel quotidiano?
 Il mio rapporto quotidiano con Dio non è mai abbastanza, 
            nonostante io sia convinto che Lui è al mio fianco in ogni 
            momento. Penso che sia molto importante sapere che Lui è sempre 
            al mio fianco, è una sensazione meravigliosa. Ci sono spesso 
            dei momenti in cui mi isolo e gli parlo a voce alta. Se qualcuno mi 
            dovesse vedere in questi momenti, penserebbe che sia pazzo! Ma questo 
            è proprio il tipo di relazione che ho con Lui. Io credo profondamente 
            che Lui sia sempre al mio fianco.
 
 Fare musica Cristiana o fare musica da Cristiani: sono la 
            stessa cosa o c’è una differenza?
 No, non sono neccessariamente la stessa cosa... assolutamente. 
            In effetti ci sono molti cristiani oggigiorno che fanno musica secolare 
            che non ha niente a che fare con Gesù Cristo. Essi usano i 
            talenti che Dio gli ha dato per fare musica secolare. Io credo che 
            la musica Cristiana deve spingere in alto Gesù Cristo o lo 
            stile di vita che Lui ci ha indicato di seguire.
 
 In altre parole, fare musica di adorazione è solo una 
            questione di testi o significa qualcos’altro?
 Tutto quello che posso fare è rispondere per me stesso, 
            e io so che quando faccio musica di adorazione questa deve venire 
            dal mio cuore, altrimenti mi sembra solo musica falsa. Ma questo non 
            vuol dire che sia così per tutti. Io so solo che quando voglio 
            adorare Dio attraverso la musica, non si tratta solo di una questione 
            di parole, è un’attitudine del cuore, dipende dal “come” 
            lo fai.
 
 Qual’è stato l’evento che ti ha dato più 
            soddisfazione nella tua carriera?
 Attualmente ce ne sono stati due. Il primo è stato 
            quando i Petra erano in California insieme a Josh McDowell per il 
            tour di “Why Wait”. Josh ci ha chiamati sull’altare, 
            l’auditorium dove eravamo aveva delle scalinate e delle campate 
            molto ampie. Così molte persone si sono avvicinate da entrambe 
            le navate della chiesa e le scalinate erano piene di persone accalcate! 
            Mi ricordo che Josh si girò a guardarci, perché eravamo 
            tutti in piedi dietro di lui come se fossimo una squadra, lui ci guardò 
            e tutto quello che poté fare era mimare con le labbra la parola 
            “wow”! Questo episodio è sempre rimasto fisso nella 
            mia mente come qualcosa di veramente speciale. Poi a prosito del Farewell 
            Tour, quando abbiamo suonato in Argentina, abbiamo fatto un concerto 
            con un evangelista molto famoso in quel paese. L’abbinamento 
            fra noi e quel tipo funzionò piuttosto bene, perché 
            riuscimmo a fare “sold out” in uno stadio di football, 
            ma la gente era anche di più, ufficialmente c’erano circa 
            96.000 spettatori. Quando uscimmo sul palco ci fu un “ruggito” 
            che ancora oggi, quando ci penso, mi rimbomba nelle orecchie. Fu davvero 
            spettacolare. È stata una sensazione inebriante vedere o ragazzi 
            ondeggiare, muoversi al ritmo della musica. Hanno tenuto il tempo 
            con le mani ogni volta che la musica arrivava loro, è stato 
            veramente cool.
 
 C’è qualcosa del tuo passato che vorresti cambiare 
            se possibile?
 Assolutamente si. Vorrei non aver vissuto in modo così 
            selvaggio quando ero parte degli Head East.
 
 Leggendo una tua intervista mi ha colpito questa frase: “Sii 
            un leader nel nome di Gesù e tu verrai sorpreso da quanto riuscirai 
            a fare!”, mi puoi spiegare meglio cosa intendevi dire?
 Io credo fermamente che Dio abbia dato a ciascuno di noi 
            tutto quello che ci serve per essere vittoriosi, basta che noi cerchiamo 
            di seguire il suo piano perfetto, che ascoltiamo quello che Lui ci 
            dice attraverso la Sua Parola, e se cerchiamo di andare dove lo Spirito 
            Santo cerca di guidarci allora potremo sentire la Sua presenza nella 
            nostra vita. Se noi ci lasciamo guidare da Lui nelle nostre decisioni 
            su quello che facciamo, io ti garantisco che noi possiamo essere dei 
            vincenti. Inoltre Lui ti sorprenderà con la velocità 
            con cui le cose accadranno.
 Se noi crediamo di sapere sempre cosa dobbiamo fare, noi allora inganniamo 
            noi stessi. Non frainterdermi però, perché io non voglio 
            dire che siamo come dei robots che dobbiamo stare seduti ad aspettare 
            che arrivi una parola chiara da ascoltare, ma credo piuttosto che 
            dobbiamo essere molto cauti e che dobbiamo cercare di fare le nostre 
            scelte con saggezza seguendo la guida dello Spirito Santo.
 
 Molte persone, cristiani compresi, pensano che sia impossibile 
            fare della musica cristiana “rock”, in quanto il rock 
            sarebbe stato generato dal maligno (perché dalle musiche dei 
            riti voodoo è nato il blues, da cui poi è nato il rock). 
            Tu cosa rispondi a queste critiche?
 È come dire che il diavolo ha creato il rock ‘n’ 
            roll. Il diavolo non può creare niente di niente, l’unica 
            cosa che può fare è distorcere le cose che già 
            ci sono. Quindi il rock ‘n’ roll non può essere 
            stato creato dal diavolo. Io credo invece che il rock ‘n’ 
            roll sia stato creato proprio da Dio, perché è una forma 
            di musica molto penetrante. Il problema è che la chiesa ne 
            ha paura e così lascia che sia il nemico ad usarlo, di conseguenza 
            oggi la maggior parte del rock ‘n’ roll deriva da contesti 
            negativi. Io credo fermamente che il rock ‘n’ roll sia 
            una forma di musica molto potente e che possa essere usato per spingere 
            in alto il Signore.
 Se tu sei molto esaltato da un soggetto, non vorresti usare la musica 
            più esaltante che conosci per cantarlo? Questo è quello 
            che ho cercato di fare negli ultimi vent’anni. Quelli che fanno 
            queste critiche non sanno davvero di cosa stanno parlando.
 
 Cosa pensi quindi della tendenza di associare l’hard 
            rock e l’heavy metal con dei testi negativi e secondo te i testi 
            possono davvero influenzare i giovani?
 Assolutamente, ma non è solo una questione di testi, 
            è tutta l’attitudine dei musicisti. Normalmente chi sceglie 
            di vomitare dei testi spazzatura col rock ‘n’ roll o con 
            l’heavy metal, lo fanno perché vogliono scioccare il 
            pubblico. Il materiale scioccante è sempre molto facile da 
            vendere. Quindi non si tratta solo di messaggi spazzatura, ma è 
            piuttosto musica spazzatura. Ma più è di basso livello 
            e più venderà bene, questa probabilmente è un’inclinazione 
            insita nella natura umana e nella musica rock secolare in particolare. 
            Per questo non ci si deve sorprendere quando si ascolta questo tipo 
            di musica, in particolare quando viene da certi heavy rockers… 
            come i punk rockers per esempio, che cercano di essere il più 
            sporchi possibile, perché in questo modo riescono ad essere 
            più scioccanti e probabilmente venderanno molti più 
            dischi.
 
 Perché i Petra hanno deciso di sciogliersi dopo aver 
            realizzato un ottimo album come Jekyll & Hyde?
 Beh, penso che la causa del nostro scioglimento sia stata 
            proprio l’album Jekyll & Hyde. Negli States non riuscivamo 
            più a trovare un pubblico, nemmeno con un album come quello, 
            che è sicuramente uno dei migliori fra tutti quelli che abbiamo 
            inciso. Abbiamo compreso che non saremmo più stati in grado 
            di fare breccia nel pubblico e se non potevamo più raggiungere 
            dei buoni risultati di vendita e non potevamo avere tanti spettacoli 
            (e difatti non avevamo più molti ingaggi), tutto questo senza 
            tenere conto di quanto duro avessimo lavorato nell’anno precedente, 
            allora non era più il caso di andare avanti. Così semplicemente 
            ci siamo detti: “Ok. Non possiamo fare molto meglio di Jekyll 
            & Hyde e se un disco così non riesce a vendere, allora 
            è tempo per noi di lasciare il mondo della musica.” Per 
            quanto possiamo essere dispiaciuti di aver preso questa decisione, 
            si tratta di una di quelle cose che sono inevitabili.
 I Petra hanno avuto una carriera durata trentatre anni. È stato 
            fantastico. È stata veramente una cosa meravigliosa, quindi 
            non possimo essere veramente troppo tristi. Abbiamo avuto a che fare 
            con tre generazioni e sono convinto che abbiamo dato il meglio di 
            noi stessi. Solo il fatto di aver destato l’interesse di tre 
            generazioni… pensa, per la maggior parte dei gruppi questo resta 
            solo un desiderio. Comunque sia, fino ad oggi, dopo che sono passati 
            dieci mesi da quando è successo, sono dispiaciuto e mi manca 
            molto, ma non credo che abbiamo fatto una scelta sbagliata.
 
 Che emozioni hai provato durante il tour d’addio (Farewell 
            Tour)?
 Per la maggior parte del tempo è stato esaltante. 
            È stato un successo! Eravamo super occupati per circa tre lunghi 
            mesi. Siamo stati in grado di incontrare molti nostri amici, alcuni 
            per l’ultima volta. Molti nostri fans sono venuti, perché 
            non volevano perdersi il nostro ultimo spettacolo ed è stata 
            come una specie di gigantesca riunione di famiglia.
 Abbiamo viaggiato per tutto il mondo per l’ultima volta... per 
            me è stato un gran divertimento. Ora, che siamo alla fine di 
            tutto, sono piuttosto demoralizzato. Qualcosa del tipo "sono 
            stato con tre persone fra le più eccezionali che si possono 
            immaginare, grandissimi talenti, splendidi cristiani... e questa è 
            l'ultima volta che facciamo casino insieme!" Mi spiace davvero 
            tanto. Se devo cercare un lato negativo, questo è l'unico.
 .
 Qual’è il tuo album preferito dei Petra e quello 
            che ti piace meno?
 Oh mio Dio... ce ne sono così tanti che mi piacciono. 
            I primi che mi vengono in mente sono i due albums di preghiera e adorazione 
            (Petra Praise: The Rock Cries Out e Petra Praise 2 - We Need Jesus) 
            poi anche Beyon Belief è fra i miei favoriti. Mentre quello 
            che mi piace di meno penso che sia Back to the Street, perché 
            è il primo dove ho cantato e penso di non essere stato capace 
            di fare un buon lavoro, non sono riuscito a dare il meglio di me. 
            Con la voce ero veramente fuori forma. Era da cinque anni che non 
            cantavo più e credo non mi fossi ancora integrato negli standard 
            dei Petra. Oggi molta gente potrebbe non essere d’accordo su 
            questo punto, ma se devo scegliere un disco come quello che mi piace 
            meno, allora scelgo Back to the Street.
 
 Negli anni ’80 avete ottenuto un grande successo, eravate 
            rimasti sorpresi?
 No, non del tutto. Si può dire che siamo arrivati 
            dove ci eravamo proposti di arrivare. Abbiamo fatto veramente un buon 
            lavoro. La musica che avevamo scritto era perfetta, io penso che avevamo 
            il polso della situazione, sapevamo quello che stavamo facendo. Non 
            ero sorpreso proprio per niente.
 
 Puoi fare un breve sunto del rock Cristiano come movimento?
 Ne ho fatto parte per un periodo molto lungo, ciononostante 
            c’è una larga parte di questo movimento con cui io non 
            ho veramente niente a che fare e mi spiace che questo possa significare 
            un sacco di altre critiche e che possa far perdere tanti aspetti importanti 
            nel cercare di spiegare il tutto, e certamente non ho nessuna intenzione 
            di fare questo.
 
 Secondo te quali sono i top ten album di Rock Cristiano di 
            sempre?
 Vediamo... Beyond Belief, Shake, On Fire, Unfit for Swine, 
            This Means War... hahahaha! Seriamente, è davvero molto difficile 
            da dire...
 
 Molta gente pensa che seguire Gesù voglia dire perdere 
            la propria libertà. Tu cosa rispondi a questo?
 Io ero proprio una di quelle persone e penso che la scoperta 
            più grande che ho fatto quando sono diventato cristiano è 
            stata che non dovevo perdere proprio niente. Ero diventato molto più 
            libero di quanto non lo fossi stato prima. Prima l’unico modo 
            che avevo per divertirmi era essere totalmente sballato, cotto, essere 
            così ubriaco da non riuscire a camminare, e tutto questo per 
            me era il modo per divertirmi. Mi alzavo il giorno dopo con tutti 
            i postumi di una sbornia e con il naso di colore sanguigno e senza 
            un soldo in tasca, questo secondo te è veramente divertimento? 
            Poi, quando sono diventato cristiano, valori diversi sono diventati 
            molto più importanti. Ho scoperto che potevo divertirmi molto 
            di più svegliandomi con la testa libera e con ancora tutti 
            i miei soldi nelle tasche.
 Ho scoperto anche che attraverso Gesù Cristo non hai bisogno 
            di rinunciare a niente che non sia tu stesso a scegliere di rinunciare. 
            Una cosa con cui non vuoi più avere a che fare è tutta 
            quella spazzatura che ti ha distrutto per così tanto tempo. 
            È una libertà che solo un cristiano può capire 
            fino in fondo.
 
 Quali sono i tuoi progetti futuri?
 Sono molti! Sto lavorando con Bob, il chitarrista dei Petra, 
            per realizzare un album di lode come duo. Sto lavorando anche a un 
            mio nuovo disco solista, insieme a mio genero Dan Needham in veste 
            di produttore, che è diventato un ottimo batterista e produttore. 
            Siamo stati anche molto fortunati per aver avuto la possibilità 
            di suonare con molti dei migliori musicisti di Nashville, che compariranno 
            sull’album, questa cosa mi sta molto stimolando.
 Stiamo per dare alle stampe un libro, che stiamo scrivendo e che speriamo 
            di pubblicare in un futuro abbastanza prossimo.
 Sto lavorando con Rick Derringer sul suo nuovo album, su cui probabilmente 
            canterò due o tre canzoni.
 Ho in ballo un altro progetto, dove dovrei fare un pezzo... e nel 
            frattempo continuo a tenermi occupato col mio hobby di falegname e 
            ultimamente mi occupo anche di beni immobili.
 Quindi penso che tu mi possa definire come una macchina in movimento!
 
 Hai una parola di speranza per chiudere questa intervista?
 Certamente! Io sento che è molto importante dire alla 
            gente, specialmente i più piccoli, che essi hanno il diritto 
            di conoscere Gesù Cristo. Il mondo cerca in tutti i modi di 
            portarli via, di rubarli prima possibile. Io desidero che loro sappiano 
            che essi hanno il diritto di avere informazioni su di Lui. Che hanno 
            il diritto di poterlo scegliere. Non lasciate che sia il mondo a dirvi 
            come dovete vivere. Quando dico “mondo”, intendo parlare 
            delle pressioni che vengono dall’alto, delle radio, della televisione 
            secolare, del sistema scolastico...
 Sembra che non sia molto cool essere cristiani. Ma io ti dico proprio 
            adesso che posso affermare per esperienza diretta che invece è 
            veramente cool essere cristiani. Dobbiamo capire questa cosa. Tutti 
            coloro che non hanno mai avuto una relazione con Gesù Cristo, 
            devono sapere che hanno il diritto di poterla avere! E tutti quelli 
            fra voi che sanno già di cosa sto parlando, sanno perfettamente 
            che non siamo un gruppo di perdenti. Noi siamo un gruppo vincente!
 
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