Rock Impressions

Ian Parry - Visions IAN PARRY - Visions
Escape Music
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2006

Ian Parry ha una carriera a dir poco sterminata, comincia nel lontano 1983 con “Mono Pacific” e con la collaborazione del futuro batterista degli Oasis, Zak Starkey. Ne ha fatta poi di strada, cito solamente alcune band con cui ha lavorato per inquadrarlo meglio: Hammerhead, Vengeance, Valentia, Ayreon, Elegy e Perfect Strangers.

In questa ultima fatica Parry si avvale della collaborazione di numerosi musicisti: Joshua Dutrieux (Elegy) alle tastiere, Robert Finan (Consortium Proyect) al basso, Casey Grillo (Kamelot) alla batteria, Ivar De Graaf (Within Temptation) alla batteria, Stephan Lill (Vanden Plas) al basso, Alfred Van Der Zwam (Ian Parry Group) alla chitarra e Mario Zapata alla chitarra. A questo punto non resta che mettere il cd nel lettore ed attendersi grandi cose, ma non prima di aver detto che la musica in questione è un mix fra Power Metal, Progressive Rock e Symphonic Metal.

Si comincia con il Gothic Metal di “Innocent Minds”, accompagnato da voci femminili, quelle di Judith Rijnveld (Consortium III) e della top model Rosita Abbink. Una delizia per le orecchie. L’esperienza con Lucassen negli Ayreon sembra averlo segnato positivamente, “Anything So Easily” non avrebbe sfigurato nel bellissimo “Into The Electric Castle”. Il Parry più Power Metal lo incrociamo in “Fools Don’t Cry”, orecchiabile nel coro e ben arrangiato, soprattutto per merito delle tastiere di Joshua Dutrieux. Buone coralità nella sinfonica “The Angels”, mentre per giungere ad una ballata dobbiamo attendere “Another Day”, scritta e suonata dal chitarrista dei Vanden Plas, Stephan Lill. Nella successiva “Fallin’” ci imbattiamo in influenze Giunge, a dimostrazione della poliedricità dell’artista. C’è del Progressive in “Smiley People”, bellissima canzone colma di magniloquenza. Tutto il disco è ricolmo di suoni e soluzioni a volte anche elettroniche, come nella ballata “Slip Away”, mentre voci arabeggianti ci attendono in “Lovin’ A Stranger”. Voce e piano stile Dream Theater periodo “Awake” in “No Mans Land”, mentre chiude l’opera la title track “Vision”, sunto di qualità e raffinatezza.

Parry oggi è più in forma che mai, non dobbiamo lasciarcelo sfuggire e mi rivolgo soprattutto a coloro che amano sonorità piene e che non disdegnano nuove idee. Almeno un ascolto è obbligatorio. MS


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