Rock Impressions

Overdrive - Angelmaker OVERDRIVE - Angelmaker
Lion Music
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2011

Gli anni ’80 per l’Heavy Metal sono stati molto importanti, in essi il genere è cresciuto e mutato. Tante le nazioni che hanno dato una vigorosa sferzata al movimento, fra le quali spiccano le lande nordiche della Svezia. Qui i sottogeneri metallici vengono tutti trattati con professionalità e con quel tocco estremamente oscuro caratteristico del Nord, quindi Death Metal, Doom, Gothic e via dicendo. In questa recensione incontriamo gli Overdrive e ai più attempati di voi (come al sottoscritto) forse questo nome non risulterà nuovo. Infatti il quintetto si forma nel 1980 e porta alla luce due dischi dal titolo “Metal Attack” (1983) e “Swords And Axes” (1984), dopo di che la scissione. I componenti rimangono bene o male al dentro della musica, salvo poi ritrovarsi nel 2008. Scrivono un nuovo disco dal titolo “Let The Metal Do The Talking” e sembra che a loro il tempo non sia passato. La proposta musicale è pressoché la stessa, un buon Heavy Metal classico ed orecchiabile, quello che tutti danno sempre per spacciato, ma che in realtà è la solida ossatura di tutto il mondo Metal.

Il disco parte con grinta grazie a “Signs All Over”, così la voce di Per Karlsson, autrice di epiche coralità ben inserite nel contesto sonoro, il tutto sopra ritmiche sostenute da parte della coppia Janne Strak (basso) Kenta Svensson (batteria). Le asce sono affidate a Janne Stark e Kjell Jacobsson. Macigno pure la successiva “In Gut We Trust”, più Europea nell’insieme, sia nelle melodie che nell’impostazione compositiva. Gli Overdrive si dimostrano veterani sotto diversi punti di vista, pur non sforzandosi troppo nel volere essere originali, ma questo non è richiesto neppure dal genere in questione. Spiccano con piacere gli assolo di chitarra, veri portabandiera di un genere si maturo ma sempre intrigante. C’è anche del buon Hard Rock nel sound della band, ogni tanto fa capolino fra un riff ed un altro, tanto per ribadire le vecchie radici degli anni che furono. Non mancano neppure riferimenti a band storiche quali Iron Maiden (“Under The Influence”) oppure i più melodici Scorpions, però non lasciatevi trarre in inganno da questi punti di riferimento perché la band gode comunque di vita propria. Gradevole la cover di “I Know There’s Somthing Going On” di Frida, cantante degli Abba, rieseguita con personalità e convinzione, a dimostrazione anche di una buona duttilità. Tutto il disco scorre su questi binari, forse in maniera anche martellante, ma questo è, per cui prendere o lasciare.

Gli Overdrive hanno dimostrato a tutti di essere sempre presenti e con consapevolezza, però capisco anche coloro che non digeriscono il genere, per cui non sarò io a consigliare loro di stare alla larga, mentre gli amanti del metal classico potrebbero trovare in “Angelmaker” più di uno spunto interessante. Io personalmente mi sono abbastanza divertito….è l’”abbastanza” che mi fa pensare che con l’aumentare degli ascolti il disco potrebbe stancarmi. Comunque sufficiente. MS


Indietro alla sezione O

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | MySpace | Born Again |